eleonora407
Junior
Verissimo! Ne ho parlato giusto qualche settimana fa con due mie amiche strette, che ho conosciuto solo qualche anno fa. Credo che spesso che le persone che conosciamo da vent'anni, in realtà pensano di conoscerci, ma non è così: loro conoscevano l'Eleonora che frequentavano da adolescente, e che ora non è più la stessa persona. Sono ancora aggrappate alla vecchia versione senza aver capito che nel frattempo si cresce e si cambia e, spesso, si va in direzioni, se non opposte, quantomeno parallele.
Ogni volta che mi capita di viaggiare (anche da sola) mi rendo conto di quante persone nuove si possano conoscere e quanto io sia stimata, perchè non ho maschere, non mi sento nella posizione di essere giudicata. Vivere in contesti circoscritti ha limitato anche la nostra capacitò di auto-osservazione. E questo spesso ci fa sentire ingabbiati e impossibilitati a scappare. Abbiamo paura dell'ignoto, anche se ogni volta che ci ritroviamo dentro capiamo che è molto più stimolante ed eccitante delle abitudini tossiche dentro qui ci costringiamo. Io, per esempio, qualche anno fa ho iniziato a lavorare come supplente nelle scuole. Ho anche preso la laurea magistrale proprio con questo scopo. Strada facendo però mi sono resa conto che probabilmente mi ero auto-convinta che quella fosse la mia strada, per creare una tranquillità soltanto apparente che poi si è sgretolata da sola. Nell'ultimo anno ho preso la decisione di voler andare in un'altra direzione. I ragazzini non hanno certo bisogno di un'insegnante svogliata e frustrata che non vede l'ora di uscire dal cancello della scuola. Ovviamente, sto rifiutando chiamate di supplenza e non ti sto a dire la faccia dei miei quando ho detto loro che voglio provare a fare qualcosa di più stimolante e creativo per me, anche se questo non corrisponde all'idea di lavoro che LORO si sono fatti PER ME. Hanno (chiaramente) la mentalità degli ultra sessantenni del lavoro sicuro vicino a casa, dove d'inverno stai al caldo e d'estate al fresco, e sei comoda. Ma sarei INFELICE. E io non voglio esserlo. Perchè so di poter costruire per me un futuro migliore, proprio grazie alle mie risorse e agli anni di studio che loro mi hanno permesso di fare. Non voglio sprecarmi e obbligarmi a vivere un'intera vita che non mi appartiene soltanto perchè è nell'immediato la scelta più facile, per poi arrivare a 50anni rendendomi conto che AVREI POTUTO FARE ALTRIMENTI. La mia vita è qui e ora.
Poi magari, un domani, ritornerò davvero a scuola, quando la società sarà diversa...chi lo sa...al momento voglio provare altro, voglio concedermi del tempo per lavorare su me stessa, per conoscermi a fondo e capire quale direzione intraprendere per me stessa. Cosa che finora non avevo mai fatto.
qualche neurone che non funziona me lo concedo ancora ahahahah!)