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Approccio cognitivo comportamentale, funziona? Esperienze?

Trudy62

Esperto
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Buonasera a tutti.
Oggi, a distanza di due mesi, sono andata dalla mia psichiatra/psicoterapeuta (so che molti hanno uno psichiatra e uno psicoterapeuta), io invece, ho deciso di farmi seguire sia farmacologicamente che psicologicamente da lei; comunque: ci eravamo lasciate a metà dicembre; lei mi aveva prescritto il farmaco da prendere, arrivare alla dose prevista e aspettare, affinché non mi sentissi meglio e la depressione, causata dall'emetofobia, calasse. Ebbene, sono riuscita a riprendermi pian piano la mia vita in mano, riesco comunque a fare cose che prima mi lasciavano titubante: fare o non fare? Quindi, in questo lasso di tempo, ho atteso che il farmaco facesse effetto.
Arriviamo così ad oggi, durante la seduta: dopo un confronto iniziale, lei ha capito che mi sono ristabilita mentalmente, tuttavia, preferisce aumentarmi ancora leggermente la dose del farmaco e cominciare psicoterapia. Aumentare il farmaco perché il percorso di psicoterapia è faticoso, impiega tempo, energie, potrebbe essere estenuante, quindi è giusto rafforzarmi, per fare un buon lavoro e non trascinare la psicoterapia per anni e anni. Economia, di tempo, di denaro, fare un percorso solido, continuativo, frequente e uscirne. Oggi, le ho sottolineato più volte la frase: "voglio uscirne, sono motivata al 100%, sono stanca di trascinarmi questo disturbo, è ora di tagliare il cordone che ci lega e diventare risorsa per gli altri che stanno vivendo ciò che ho vissuto io". Lei ha apprezzato la mia motivazione e determinazione.
Ora arrivo al dunque, come riportato nel titolo, la mia psicoterapeuta, utilizzerà con me l'approccio cognitivo-comportamentale. Ora chiedo a voi: avete esperienze in merito? Chi ha svolto un percorso terapeutico, si è fondato su questo approccio o su altri? Se sì, potreste, cortesemente, raccontarmi le vostre esperienze e riscontri/efficacia? Ringrazio di cuore a tutti e auguro una buonanotte.
 
Io ho seguito un percorso analitico, ma so che la tcc si basa sul presente, sui comportamenti, di suo non dovrebbe essere un trattamento lungo, come ad esempio le può essere una psicoanalisi.
Nessuno purtroppo potrà mai dirti che è il percorso giusto. Uno che funziona per me magari non va bene a te e viceversa. Devi considerare il terapeuta, l'approccio, la tua storia, la tua motivazione, la terapia, insomma, molti fattori. La domanda che devi farti è: ti fidi del tuo terapeuta? Se la risposta è sì, continua! Se durante il percorso avrai dubbi (e spero di no) parlane subito, del resto il terapeuta ha sempre e comunque bisogno dei tuoi feedback.
In bocca al lupo! :)
 
Ciao Trudy, anche io ho seguito l'analitica con uno psichiatra che però non mi ha dato farmaci. Come dice Re, la riuscita della terapia la stabilirai solo tu, ma la cognitivo comportamentale è la più utilizzata per "ricondizionare" il cervello nei riguardi dell'oggetto della fobia. So di molti che ne hanno trovato grande beneficio. Seguo re e ti consiglio di essere sempre superaperta con la terapetua, è l'unico modo per stabilire con lei quella relazione che serve per arrivare al punto desiderato. ;)

Se ti va facci sapere come va. Forza, china sul vizio e "alla vita"!! ;)
 
Io ho seguito un percorso analitico, ma so che la tcc si basa sul presente, sui comportamenti, di suo non dovrebbe essere un trattamento lungo, come ad esempio le può essere una psicoanalisi.
Nessuno purtroppo potrà mai dirti che è il percorso giusto. Uno che funziona per me magari non va bene a te e viceversa. Devi considerare il terapeuta, l'approccio, la tua storia, la tua motivazione, la terapia, insomma, molti fattori. La domanda che devi farti è: ti fidi del tuo terapeuta? Se la risposta è sì, continua! Se durante il percorso avrai dubbi (e spero di no) parlane subito, del resto il terapeuta ha sempre e comunque bisogno dei tuoi feedback.
In bocca al lupo! :)


Grazie del riscontro. Guarda non posso nascondere di essere un po’ spaventata ma allo stesso tempo curiosa. Mi si affollano tantissime domande del tipo: “è se con me non dovesse funzionare?” Ma, d’altronde, se uno è riuscito, perché non devo farcela io? Certo, nella condizione in cui sono ora mi sembra un sogno uscirne, un’utopia, ma io mi fido della mia psicoterapeuta. E ci credo. D’altronde... chi è nato emetofobico??? :D
 
Ciao Trudy, anche io ho seguito l'analitica con uno psichiatra che però non mi ha dato farmaci. Come dice Re, la riuscita della terapia la stabilirai solo tu, ma la cognitivo comportamentale è la più utilizzata per "ricondizionare" il cervello nei riguardi dell'oggetto della fobia. So di molti che ne hanno trovato grande beneficio. Seguo re e ti consiglio di essere sempre superaperta con la terapetua, è l'unico modo per stabilire con lei quella relazione che serve per arrivare al punto desiderato. ;)

Se ti va facci sapere come va. Forza, china sul vizio e "alla vita"!! ;)

Ciao pikadilly. Sì, anche la mia terapeuta dice Che è efficace. Avevo sentito parlare anche della terapia breve strategica, però di rado. Più là cognitivo-comportamentale. Purtroppo il farmaco è necessario, senza non riuscirei neanche ad uscire di casa per andare a lavorare, e faccio l’insegnante...
Comunque, ti ringrazio tanto del riscontro e dell’appoggio. Vi farò sapere sicuramente strada facendo, sperando, anzi, aspettando il giorno in cui potrò diventare anch’io risorsa e dire “penso di esserne fuori”!! :):):)
 
Ciao pikadilly. Sì, anche la mia terapeuta dice Che è efficace. Avevo sentito parlare anche della terapia breve strategica, però di rado. Più là cognitivo-comportamentale. Purtroppo il farmaco è necessario, senza non riuscirei neanche ad uscire di casa per andare a lavorare, e faccio l’insegnante...
Comunque, ti ringrazio tanto del riscontro e dell’appoggio. Vi farò sapere sicuramente strada facendo, sperando, anzi, aspettando il giorno in cui potrò diventare anch’io risorsa e dire “penso di esserne fuori”!! :):):)

Sì sì, i farmaci sono necessari in situazioni come questa, non li sto demonizzando. ;)
 
Sì sì, i farmaci sono necessari in situazioni come questa, non li sto demonizzando. ;)

Eh io invece avrei voluto farne a meno... li prendo dal 2013. Poi ho smesso di colpo a settembre 2019, stavo bene. Poi ci sono ricaduta in pieno. Diciamo che sono stata testona io, dovevo scendere gradualmente. Invece evidentemente il mio corpo non è ancora pronto ad affrontare l’anno normalità senza farmaco. Va beh, lo concepisco Comencini la mia stampella, però spero vivamente, di riuscire a vivere senza in futuro, anche se ormai sono già 7 anni che lo assumo....:confused::confused:
 
Pikadilly, perdonami ma questo dannato t9 scrive per conto suo! Allora
*invece che “anno” è “la normalità”
**comencini “come la”

Scusami!! ‍♀️:D
 
Ciao, scusate l'intromissione per me, non avendo ancora iniziato a svolgerla, il mondo della terapia è ancora tutto da scoprire. Leggevo che sia @Re Julien che @Pikadilly avete eseguito un percorso analitico, in cosa consiste?
 
Eh io invece avrei voluto farne a meno... li prendo dal 2013. Poi ho smesso di colpo a settembre 2019, stavo bene. Poi ci sono ricaduta in pieno. Diciamo che sono stata testona io, dovevo scendere gradualmente. Invece evidentemente il mio corpo non è ancora pronto ad affrontare l’anno normalità senza farmaco. Va beh, lo concepisco Comencini la mia stampella, però spero vivamente, di riuscire a vivere senza in futuro, anche se ormai sono già 7 anni che lo assumo....:confused::confused:

Sì, peraltro interromperli di brutto è pericoloso.
In ogni caso non è un merito stare senza, per cui se servono servono. ;)


Ciao, scusate l'intromissione per me, non avendo ancora iniziato a svolgerla, il mondo della terapia è ancora tutto da scoprire. Leggevo che sia @Re Julien che @Pikadilly avete eseguito un percorso analitico, in cosa consiste?

Nessuna intromissione. ;)
Per quanto riguarda me consiste nell'andare a scavare non le motivazioni, ma le sensazioni che provo quando sto male, le sensazioni precise. Quindi non dire semplicemente "ansia" ma qualcosa di più specifico. E' una sorta di indagine sul ceppo del male, poi scava scava capisci non da dove viene ma come affrontarlo.
 
Ciao, scusate l'intromissione per me, non avendo ancora iniziato a svolgerla, il mondo della terapia è ancora tutto da scoprire. Leggevo che sia @Re Julien che @Pikadilly avete eseguito un percorso analitico, in cosa consiste?
Detto a grandi linee, scava molto dentro di te, nella tua storia, nelle tue emozioni spingendoti a tirarle fuori, e analizza le tue difese (quello che fai per evitare qualcosa).
Non è un percorso proprio breve come lo sono altre tipologie di terapia.
 
Anche se un po’ in ritardo volevo darti anche il mio modesto parere in merito. Sono da due anni in terapia di tipo cognitivo-comportamentale con uso anche della tecnica EMDR, e ho trovato notevolissimi i miglioramenti. È un tipo di terapia che si basa sull’identificazione degli schemi di pensiero rigidi, che portano a risposte comportamentali rigide, e una volta individuati si cerca di rielaborare le sensazioni e le emozioni provocate da quegli schemi di pensiero errati, non adattivi, disfunzionali, di modo che anche la risposta comportamentale ed emozionale cambi. Per il trattamento delle fobie di solito è la più indicata, ma penso sia molto personale la scelta e l’efficacia di un tipo di terapia piuttosto che un altro. Dal canto mio posso dirti che la tcc “sblocca” molto in tempi relativamente brevi, ma per mantenere questi risultati nel tempo il lavoro con il terapeuta deve essere profondo e costante. Per quanto riguarda il discorso farmaci, ho iniziato a novembre a prendere un antidepressivo anche io, non sono la peste nera, ma è bene che siano solo una misura contenitiva del problema nella fase più acuta che non permette di essere lucidi, o almeno a me sono stati prescritti per questo. Vorrei sentire magari di vostre esperienze in merito.. comunque io penso che dal problema in sè si possa uscire solo con tanta volontà e la terapia!
In bocca al lupo!!
 
Anche se un po’ in ritardo volevo darti anche il mio modesto parere in merito. Sono da due anni in terapia di tipo cognitivo-comportamentale con uso anche della tecnica EMDR, e ho trovato notevolissimi i miglioramenti. È un tipo di terapia che si basa sull’identificazione degli schemi di pensiero rigidi, che portano a risposte comportamentali rigide, e una volta individuati si cerca di rielaborare le sensazioni e le emozioni provocate da quegli schemi di pensiero errati, non adattivi, disfunzionali, di modo che anche la risposta comportamentale ed emozionale cambi. Per il trattamento delle fobie di solito è la più indicata, ma penso sia molto personale la scelta e l’efficacia di un tipo di terapia piuttosto che un altro. Dal canto mio posso dirti che la tcc “sblocca” molto in tempi relativamente brevi, ma per mantenere questi risultati nel tempo il lavoro con il terapeuta deve essere profondo e costante. Per quanto riguarda il discorso farmaci, ho iniziato a novembre a prendere un antidepressivo anche io, non sono la peste nera, ma è bene che siano solo una misura contenitiva del problema nella fase più acuta che non permette di essere lucidi, o almeno a me sono stati prescritti per questo. Vorrei sentire magari di vostre esperienze in merito.. comunque io penso che dal problema in sè si possa uscire solo con tanta volontà e la terapia!
In bocca al lupo!!

Ciao Olga, anche la mia psicoterapeuta vuole applicare la pratica EMDR, dice che negli anni questa tecnica ha dato effetti benefici, apportando notevoli miglioramenti e, se me lo puoi confermare anche tu, sono davvero sollevata. Ho fatto qualche ricerca in merito a questa pratica e i feedback sembrano tutti positivi; ho letto che l'EMDR venne applicato ai bambini vittime del terremoto di S. Giuliano tenutosi nel 2002, dove crollò una scuola primaria e molti di loro ne trassero beneficio, rielaborando traumi ancora irrisolti.
Ovviamente, come dici tu, il lavoro deve essere costante, infatti la mia terapeuta vuole vedermi tutte le settimane, quindi sottopormi a psicoterapia una volta a settimana e, in attesa della successiva seduta, ho il compito di rielaborare su ciò che abbiamo lavorato nella seduta precedente. Il tutto dev'essere affiancato da un gran forza di volontà, perché è la motivazione che ci fornisce quella spinta necessaria alla guarigione. Sono fiduciosa e contenta di poter scambiare esperienze e opinioni con voi.
Buona giornata! :)
 
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