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Approccio recovery

Ciao a tutti! Come state?
Una domanda: qualcuno per caso conosce o ha mai sentito parlare, in psichiatria, dell'approccio Recovery, già presente in Inghilterra ma che ancora non avrebbe preso piede qui da noi?
Grazie.
 
Ciao beh insomma, non proprio mi hanno spiegato che il recovery è un approccio che si basa sul recupero del paziente psichiatrico in modo attivo, dandogli degli input ma lasciando che sia questi ad avere la responsabilità del proprio recupero, attraverso l'inclusione e l'inserimento nel mondo del lavoro, volontariato ecc., coinvolgendo i servizi presenti sul territorio e anche i familiari dei pazienti. Questo è quello che ho capito. Però mi verrà girato del materiale.
Anche nell'ambito farmacologico si diventa responsabili delle proprie cure, da quello che ho capito..l'ultima volta lo psichiatra ha lasciato decidere a me di togliere un farmaco, principio in linea con questo tipo di approccio..
 
Beh è un approccio che non conosco..che mi è nuovo..e sia lo psichiatra che l'educatrice del Consultorio mi hanno proposto di sperimentarlo. E anche di partecipare a un corso di formazione e un progetto inerente.
 
Ah ecco, ti è stato proposto di farlo te.
Ma la fobia quanto ti limita nella quotidinianità?
 
La fobia mi limita un pochino nella quotidianità, soprattutto associata alle vertigini che mi tormentano. Però riesco comunque a lavorare e fare altre cose, come il teatro. Diciamo che mi limita più che altro nell'uscire con gli amici..
 
Ok, allora non mi sembra che tu sia limitata tanto, o meglio, non per tutto.
Visto che parlavi di un approccio per un paziente psichiatrico pensavo avessi più difficoltà ma da quello che scrivi mi sembra che tutto sommato riesci a cavartela. O sbaglio?
 
La fobia per me è terribile perché non vomito da una vita e non so cosa potrebbe succedere e ne ho il terrore completo..in questo senso per me è invalidante, non perché mi limiti particolarmente nella mia quotidianità. Diciamo che a limitarmi sono più che altro le vertigini e il fatto che le tollero ancora meno della nausea.
Sì è un approccio psichiatrico, perché dove vado io seguono soprattutto pazienti psichiatrici, in équipe. Non so sinceramente se qualcun altro abbia l'emetofobia...
 
Probabilmente nessuno avrà l'emetofobia ma vabbè, non credo sia un problema. L'importante è che questo metodo funzioni con te, e che tu riesca a star meglio.
Poi forse ne avevamo già parlato, ma vertigini, nausea, il fatto che è tanto che non stai male... Tutto collegato! ;)
 
Sì è probabile che sia tutto collegato e che abbia tutto un'origine unica in effetti anche se per le vertigini sto facendo delle indagini organiche.
In questo periodo si sono aggiunte tachicardia e ansia, anche se lentamente stanno lasciando posto alla depressione. Vabbè..
Comunque alla fine, ho deciso di non seguire questo approccio, perché non lo conosco abbastanza.
 
Ho fatto solo l'rx al rachide cervicale.. Ho sia dismesso un farmaco: ora la tachicardia è diminuita (e pare anche l'ansia), in compenso sto vivendo un forte stato depressivo.
 
Per questo stato depressivo hai introdotto altri farmaci o ancora lo riesci a gestire?
 
Non riesco a gestirlo molto bene..ma lo psichiatra in questi giorni non mi risponde e quindi non mi resta che aspettare..nel frattempo ho reintrodotto il farmaco ad un dosaggio più basso.
 
Il farmaco l'avevo reintrodotto senza il consulto del medico (so che è sbagliato, ma del resto lui non mi ricontattava non so perché, e io stavo malissimo e dovevo fare qualcosa..così ho provato ma l'effetto era come quando non lo prendevo..ora ho visto il dottore e mi ha prescritto una dose più alta del farmaco(che assumeva fino a poco tempo fa). Boh speriamo..per adesso ancora depressione, spero mi passi un pò perché faccio fatica a fare tutto e mi sento completamente svuotata.
Grazie per l'interessamento!
 
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