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Ansia ed Emetofobia

User174

Nuovo Iscritto
Ciao a tutti, sono nuovo nel forum, mi sono iscritto per il bisogno di sfogarmi, cosa che non posso fare con nessun'altro perché nessuno mi capirebbe (non che gliene faccia una colpa) e l'anonimo mi fa sentire più sicuro. Premetto subito che scriverò MOLTO, saranno minimo due pagine, perché sono anni che sto così e non sono mai riuscito ad aprire bocca con nessuno, potrei seriamente scrivere un libro.
Non pretendo ovviamente aiuto o altro, perché capisco da solo che alla mia situazione sia praticamente impossibile trovare una soluzione, quindi voglio solo sfogarmi, raccontare la mia storia e magari trovare qualcuno come me e che ne è uscito.



Sono un ragazzo di 16 anni, soffro principalmente di due problemi: ansia ed un'irrazionale fobia di sentirmi male (o non bene) fisicamente in presenza di qualcuno, che si accentua nel campo dell'emetofobia.
Ne soffro fin dall'infanzia, senza un fattore scatenante in particolare che ricordi.
È un'accoppiata terribile, in quanto una cosa può essere causa dell'altra e viceversa.

La mia situazione sociale e famigliare è buona, ho amici, vado molto bene a scuola e non mi lamento.
Tuttavia sono tutt'altro che felice e questi problemi mi stanno lentamente portando alla depressione e potrebbero far precipitare la mia vita.
In questi ultimi mesi si sono accentuati mostruosamente, non so per quale motivo.
Ora ogni volta che devo uscire è un trauma, rimpiango spesso di aver deciso di farlo.
Soprattutto prima di uscire di casa, ma anche qui con i miei, ho sempre una terribile paura di sentirmi male o anche poco bene in presenza di altre persone, e quando ciò si verifica veramente (spesso, ma credo sia per la maggior parte ansia) sono sempre ad un passo dal voler tornare a casa o chiudermi in qualche camera.

In particolare appunto vomitare è una delle cose che temo più al mondo, perché è umiliante, fai schifo ed infastidisce gli altri, vieni facilmente etichettato e ricordato per l'episodio, ed è una cosa che non puoi impedire, sfugge al tuo controllo, tralasciando la sofferenza fisica in sè che provoca.
Ogni singola sensazione che possa anche lontanamente essere collegata o portare al vomitare mi manda nel panico e sopraggiunge l'ansia che non fa altro che peggiorare la situazione. Se non fosse per i miei genitori e i miei amici che mi premono, (peggiorando ultimamente la situazione), vivrei segregato in camera, e starei comunque male. Ho sempre mangiato e mangio abbastanza normalmente, ma negli ultimi tempi ho perso l'appetito e quando va peggio mi si forma un nodo in gola che mi impedisce di deglutire e mi manda nel panico perché non riesco a dare agli altri spiegazioni.
Il momento dei pasti per me, invece che un momento di condivisione in famiglia sono diventati una vera e propria seccatura.
I miei scherzano tra di loro parlando dell'amore...se solo potessi dirgli la verità.
L'ultima volta che ho vomitato è stato più di un'anno fa, vorrei solo che gli anni diventassero 80. Ogni giorno vivo con la paura costante che ricapiterà, e che oltretutto potrei non essere "fortunato" come altre volte in cui mi trovavo a casa.

Tuttavia come ho anticipato, la mia paura non si limita a questo, si estende, anche se in maniera abbastanza minore, più generalmente a non sentirsi bene fisicamente in presenza di altri (compresi i miei), per ragioni che ancora sto cercando di capire. Probabilmente c'entra sempre l'umiliazione, il sentirti debole e visto come momentaneamente "inferiore" e non al pieno delle tue capacità dagli altri, in più il mio desiderio di non essere di peso, oppure anche la rabbia di non potermi godere il momento. Non so bene come spiegare. Certe volte vorrei solo sparire dal mondo.
Ogni singola azione della mia vita dipende da questo problema.
Seguo rigidi schemi di comportamento, soprattutto per evitare situazioni che si sono verificate in passato.

Se poi aggiungiamo la fortissima ansia, che si scatena anche per le cose più banali, come pensieri o parole, ne esce un mix letteralmente devastante.
L'ansia a mio parare è una delle peggiori malattie, poiché si manifesta con un'infinità di sintomi, può essere la causa di tutto e niente.
Quindi potete ben capire che, riassumendo, per "uno che ha paura di star male" non è proprio la cosa migliore.
Come ho detto prima, un problema può essere la conseguenza dell'altro. È un ragionamento contorto, ma spero possiate capire.

Non ho memoria di una giornata in cui io sia stato bene al 100%, ogni giorno sto male in maniera diversa e con variabili differenti, non posso sapere quindi come terminerà la giornata, e questa cosa mi innervosisce e scatena ulteriormente l'ansia. Ogni cosa io faccia ho sempre queste cose che mi ronzano per la mente, non riesco più ad essere felice, nemmeno un secondo.

Uno dei principali problemi che conseguono dalla mia situazione è ovviamente come affrontare la scuola. Devo frequentare la terza di Architettura del Liceo Artistico e fino ad ora me la sono cavata. Ma oggi, dopo mesi che non vado più a scuola a causa della quarantena, continuo a chiedermi come io abbia fatto fino ad ora e sono sempre più convinto che non ci riuscirò più.
Se la situazione è questa stando a casa in vacanza, figuriamoci a scuola. Per me la didattica a distanza era un paradiso.
Ovviamente come se non bastasse la mia è una situazione negativamente singolare, in quanto i licei artistici in italia non sono molti ed il mio dista più di 30 km da casa.
Considerando i miei problemi, non è una cosa da poco, basti pensare al tempo che devo passare in autobus (circa 1h) e al fatto che se dovessi sentirmi poco bene a scuola, venirmi a prendere sarebbe un'odissea (anche perché non avrei il coraggio di chiedere ai miei di farsi 30km) e dovrei aspettare fino alle 15:30, ora in cui esco dal pullman e torno a casa, a meno che la situazione non sia così grave e mio padre sia obbligato quindi a staccare da lavoro.
Una volta a dicembre 2018 è capitato che mi sentissi male, riconobbi dei particolari sintomi che mi fecero scattare l'allarme, e grazie a dio decisi di non entrare a scuola e riprendere l'autobus per tornare a casa, dove poi ho vomitato. Naturalmente questo episodio non me lo dimenticherò mai e ancora oggi ci penso spesso, se fossi rimasto a scuola, sarei stato male lì, sarebbe stato terribile. Ho paura che la prossima volta potrebbe andare peggio.

In più l'anno prossimo avrò una classe completamente nuova tranne pochi, non c'è bisogno che dica nulla...

Non so come fare, temo per la mia vita futura, se dovessi andare avanti così, o magari peggiorando anche, non riuscirei a combinare nulla e invidio come le altre persone riescano a vivere con tanta facilità facendo cose che per me sono molto difficili, anche le più banali, come andare al cinema, fare una passeggiata o andare in palestra. Non riesco più a fare nuove esperienze.
Devo sempre cercare di far finta di nulla, nessuno sa come sto veramente.
Sto male, mi sento una delusione, rispetto al me del passato, che certe cose le faceva con facilità, e ai miei genitori, dopo tutto ciò che hanno fatto per me. Mi chiedo per quale motivo io dovrei continuare a combattere, a "sopravvivere" e non a vivere.
Prima o poi mio padre e mia madre penso che si accorgeranno che qualcosa non va (se non se ne sono già accorti), non saprei cosa dirgli, a volte non lo capisco neanche io.
A queste difficoltà naturalmente si aggiungono molti altri problemi, ma sono di diversa natura e non sono concernenti al tema del forum, quindi evito di parlarne.
Ho 16 anni, sto gettando via quelli che dovrebbero essere gli anni migliori e tra poco non potrò più permettermi insicurezze simili.
Durante i momenti più difficili penso solo che vorrei morire e che sarebbe la soluzione a tutto.
Tuttavia mi ritengo per ora abbastanza stabile da riuscire a non arrivare a tanto.

Se avete letto fino a qui vi ringrazio molto, non dev'essere stato facile (ho provato a trattenermi).
Ps. Mi scuso se non proprio tutto quello che ho scritto è inerente alle tematiche trattate in questa community, ma non saprei in che altro posto andare.
 
Ciao e innanzitutto benvenuto! :)
In particolare appunto vomitare è una delle cose che temo più al mondo, perché è umiliante, fai schifo ed infastidisce gli altri, vieni facilmente etichettato e ricordato per l'episodio, ed è una cosa che non puoi impedire, sfugge al tuo controllo, tralasciando la sofferenza fisica in sè che provoca.
Sai, da quello che scrivi ho la sensazione che tu sia il primo a darti un'etichetta, a giudicarti. Non devi preoccuparti di ciò che gli altri pensano di te, non credere che le altre persone siano esenti da difficoltà o problemi e non credere che tutti siano li pronti a giudicarti. Hai ragione, a volte il vomito sfugge al nostro controllo, ma questo è un concetto più generale, e cioè, nella vita non puoi controllare tutto. Puoi fare in modo però di capire come gestire l'ansia e riuscire ad affrontare al meglio le situazioni ansiose.
Prima o poi mio padre e mia madre penso che si accorgeranno che qualcosa non va (se non se ne sono già accorti), non saprei cosa dirgli, a volte non lo capisco neanche io.
Io la penso in un modo semplice, a volte un po' doloroso e faticoso, ma semplice: dire la verità. Aprirsi, parlare, confidarsi. Soprattutto con chi ci vuole bene. Magari potrebbero essere più comprensivi di quello che pensi e aiutarti ad affrontare queste difficoltà.
o 16 anni, sto gettando via quelli che dovrebbero essere gli anni migliori e tra poco non potrò più permettermi insicurezze simili.
Questa cosa che scrivi io l'ho pensata per tantissimi anni. La differenza tra noi due (in positivo per te!) è stata che tu hai scoperto cos'è l'emetofobia a 16 anni e davanti hai tutta una vita ancora per essere felice come meriti. Ci tengo inoltre a dirti una cosa. L'emetofobia ha condizionato fortemente la mia vita. Poi però a un certo punto ho iniziato a fare psicoterapia, ci è voluto un po', ora ho decisamente qualche anno più di te, ma non penso più di aver buttato i miei anni migliori. Ora penso che il mio percorso di guarigione dall'emetofobia mi abbia aiutato a capire chi sono, e ora penso che di anni davanti ne ho ancora tanti, e saranno questi i migliori anni. Devi sempre guardare al futuro con ottimismo, ti auguro, ma sono certo, che riuscirai a guarire dall'emetofobia. In bocca al lupo e ancora benvenuto tra noi! :)
 
Ciao, benvenuto :)
non c’è bisogno di scusarsi, leggiamo volentieri le esperienze di tutti per aiutarci e confrontarci, sentiti libero di scrivere i tuoi pensieri.
Per prima cosa mi sento di dirti che l’emetofobia va a braccetto con l’ansia, non sentirti solo perché penso che più o meno tutti qui ne abbiano sofferto, me compresa. È proprio un’accoppiata terribile perché l’una è legata all’altra. Inoltre mi sembra di capire che tu sia un ragazzo sensibile, dal fatto che ti agiti per qualche pensiero o parola, e vorrei dirti di non prenderla come un’offesa se ti dico questo ma anzi, con il tempo capirai come è importante esserlo ai giorni nostri. È vero questo comporta molti lati negativi, perché si è più vulnerabili, ma anche tanti lati positivi.
Nessuno purtroppo ha la capacità di sapere come finirà ogni giornata, e bisogna cercare di non fissarsi su questo perché non porta a nulla. Ci sono giorni in cui si sta un pochino meglio, altri ci si sente malissimo e ci vorremmo chiudere in camera senza vedere nessuno. Per esempio, io durante la stagione invernale sto decisamente peggio rispetto alla primavera/estate, a causa del virus intestinale che nei mesi freddi gira di più. Mi ricordo che quando andavo a scuola (anche la mia ad 1h di distanza in autobus) tantissime mattine mi alzavo con la nausea e non ci andavo, addirittura una volta arrivata la decidevo di tornare a casa.
Quello che ho imparato durante tutti questi anni da emetofobica, è di non essere troppo severa con me stessa se non riesco a fare determinate cose, per esempio se non riesco a mangiare, a bere tanto alcool come i miei amici, se non riesco a stare in mezzo a troppa gente e ogni tanto ho bisogno di prendere una boccata d’aria, se mi lavo le mani cento volte al giorno, e potrei andare avanti con la lista...
Dall’esterno la vita degli altri sembra sempre perfetta, ma tantissime persone soffrono di ansie e fobie. Non sei una delusione per nessuno, tanto meno per i tuoi genitori. Magari se hai un legame più stretto con uno dei due, prova a parlargliene, sono sicura che ti ascolterebbero.
Forza, ti aspettano tante cose belle, piano piano uscirai da questo periodo buio. Noi siamo qui se hai bisogno :)
 
Ciao, ti sembrerà strano ma capisco perfettamente tutto ciò che hai scritto, avrei potuto scriverlo io. So che si pensa sempre che nessun altro al mondo sia nella stessa situazione. Per quel che mi riguarda la situazione è davvero identica alla tua, con la differenza che ho 38 anni e ne soffro circa da 20. Anche la mia emetofobia è legata alla paura di stare male in pubblico, quindi è più legata alla paura del giudizio altrui che non alla paura dello star male fisicamente, di provare dolore fisico. E' quello che penserebbe la gente a riguardo che ci terrorizza. In questo senso credo che il nostro disturbo possa essere legato più all'ansia sociale che non all'emetofobia vera e propria, che è una paura che si manifesta indipendentemente dal contesto. Nel nostro caso invece è decisivo il fatto di essere in compagnia altrui o meno. Essendo quindi una delle innumerevoli declinazioni che può assumere l'ansia va trattata principalmente con terapia psicologica, ma anche interessandosi a discipline naturali e senza controindicazioni che possono abbassare i livelli di ansia come yoga, meditazione, mindfulness, ecc... In caso di disturbi che comincino a manifestarsi anche con conseguenze fisiche serie (perdita di peso, di sonno, ecc...) allora, almeno per un periodo, è il caso di ricorrere anche all'aiuto di farmaci prescritti da uno psichiatra, affiancando comunque anche la terapia psciologica.
In ogni caso al giorno d'oggi si può affrontare e risolvere. Poi ogni caso è diverso e si parla di campi dove non può essere assicurato il 100 % di successo anche perchè molto dipende da come si pone la persona, però fidati che la tua vita non è già compromessa, questo è un pensiero che devi levarti immediatamente. :)
 
Ciao e benvenuto! :)
In primis voglio farti i miei complimenti: sei un ragazzo molto giovane, ma da come scrivi sembri molto maturo. Hai descritto le tue sensazioni, ansie, paure in un modo molto dettagliato, usando un "tono" davvero sofisticato e coinvolgente.
In secondis, ma non in secondo piano, voglio dirti che questa tua storia, ha rispecchiato un po' quello che ho vissuto io alla tua età. Non sono passati molti anni, ma è da quando ho 16 anni che la mia vita è cambiata. Ansie, paure, timori... sono un po' i miei compagni di avventura. La cosa che più mi ha colpita tuttavia, è stato il discorso scuola, lascia che ti dica due parole in merito a ciò:
proprio a partire dalla fine della terza superiore, iniziai a soffrire di forti attacchi di panico, che mi impedivano di seguire le lezioni come avevo sempre fatto; chiedevo di andare in bagno più volte in un'ora, di uscire in cortile per una boccata d'aria, le interrogazioni erano diventate davvero un enorme ostacolo, come le verifiche, non riuscivo a concentrarmi e pensavo che da un momento all'altro mi sarei trovata svenuta, per terra, derisa dai compagni di classe (con i quali non andavo molto d'accordo, purtroppo, salvo una manciata di compagne che con la loro vicinanza e comprensione, mi hanno reso gli ultimi anni delle superiori più sopportabili). Diciamo che questo quadro non giovava molto sulla mia buon riuscita scolastica, tuttavia, decisi di parlare ai miei genitori i quali, inizialmente, prima minimizzarono le mie paure, poi, iniziarono a prendermi più sul serio, vedendomi cambiata e più introversa, così iniziai un percorso psicoterapico. Non dico che fece magie questo percorso, ma mi diede strumenti farmacologici e non, per aiutarmi ad affrontare il tutto meglio. Inoltre, mi circondai di quella manciata di compagne di classe più comprensive, iniziai pian pianino a diventare più "menefreghista" circa il giudizio degli altri, parlai in classe della mia condizione accogliendo sia derisioni ma anche comprensioni e ce la feci.
Scritto nero su bianco sembra tutto molto semplice, invece ti posso assicurare che gli ostacoli ci sono sempre stati, ma ho imparato ad affrontarli in modo diverso, complice anche la maturità e la voglia di riprendermi in mano la mia vita.

Per quanto riguarda l'emetofobia, che come dice @Quattordici va a braccetto con l'ansia... beh, lì il discorso è leggermente diverso, perchè non ho scoperto da molto il nome della mia paura, che mi accompagna da tanti tanti anni. L'emetofobia la sto imparando a gestire pian piano ora, sempre seguita da una buona psicoterapeuta. L'emetofobia è la nostra espressione dell'ansia... fa parte di noi da sempre? Mah, non credo. Nessuno di noi è nato emetofobico, però è una paura davvero subdola, che ti imbarazza un po' la vita. Tutti direbbero "ah sì, vomitare fa schifo" ma per noi è più del semplice schifo, per noi è terrore, paura, come una coltellata allo stomaco.

Comunque, concludo, invitandoti a parlarne con i tuoi e ragionare insieme magari per un eventuale percorso. Non ti sto dicendo di cominciarlo, anzi, magari semplicemente parlandone ed esprimendoti, riesci a ricevere comprensione e sentirti meno oppresso, però fidati, ognuno di noi combatte una battaglia personale, certi più introversi cercano di mascherare la loro vulnerabilità, mostrandosi forti, ma i veri forti, sono coloro che si lasciano invadere dalla vulnerabilità, la riconoscono e la "buttano fuori". Ciò non vuol dire che siamo più fragili, semplicemente siamo consapevoli di ciò che ci sta accadendo e diventiamo addirittura risorsa per gli altri, che magari sono nelle medesime condizioni.
 
P.S: mi sono dimenticata di confidarti che anch'io, fino alla scoperta di questo forum, trovai difficoltà (in merito però all'emetofobia) di comprensione. Come dicevo prima, è un disturbo subdolo, un po' "divertente" agli occhi degli altri. Quindi, ogni qual volta tu voglia sfogarti, fallo! Scrivi, qualcuno ti risponderà sempre :)
 
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