Ciao a tutti, sono nuovo nel forum, mi sono iscritto per il bisogno di sfogarmi, cosa che non posso fare con nessun'altro perché nessuno mi capirebbe (non che gliene faccia una colpa) e l'anonimo mi fa sentire più sicuro. Premetto subito che scriverò MOLTO, saranno minimo due pagine, perché sono anni che sto così e non sono mai riuscito ad aprire bocca con nessuno, potrei seriamente scrivere un libro.
Non pretendo ovviamente aiuto o altro, perché capisco da solo che alla mia situazione sia praticamente impossibile trovare una soluzione, quindi voglio solo sfogarmi, raccontare la mia storia e magari trovare qualcuno come me e che ne è uscito.
Sono un ragazzo di 16 anni, soffro principalmente di due problemi: ansia ed un'irrazionale fobia di sentirmi male (o non bene) fisicamente in presenza di qualcuno, che si accentua nel campo dell'emetofobia.
Ne soffro fin dall'infanzia, senza un fattore scatenante in particolare che ricordi.
È un'accoppiata terribile, in quanto una cosa può essere causa dell'altra e viceversa.
La mia situazione sociale e famigliare è buona, ho amici, vado molto bene a scuola e non mi lamento.
Tuttavia sono tutt'altro che felice e questi problemi mi stanno lentamente portando alla depressione e potrebbero far precipitare la mia vita.
In questi ultimi mesi si sono accentuati mostruosamente, non so per quale motivo.
Ora ogni volta che devo uscire è un trauma, rimpiango spesso di aver deciso di farlo.
Soprattutto prima di uscire di casa, ma anche qui con i miei, ho sempre una terribile paura di sentirmi male o anche poco bene in presenza di altre persone, e quando ciò si verifica veramente (spesso, ma credo sia per la maggior parte ansia) sono sempre ad un passo dal voler tornare a casa o chiudermi in qualche camera.
In particolare appunto vomitare è una delle cose che temo più al mondo, perché è umiliante, fai schifo ed infastidisce gli altri, vieni facilmente etichettato e ricordato per l'episodio, ed è una cosa che non puoi impedire, sfugge al tuo controllo, tralasciando la sofferenza fisica in sè che provoca.
Ogni singola sensazione che possa anche lontanamente essere collegata o portare al vomitare mi manda nel panico e sopraggiunge l'ansia che non fa altro che peggiorare la situazione. Se non fosse per i miei genitori e i miei amici che mi premono, (peggiorando ultimamente la situazione), vivrei segregato in camera, e starei comunque male. Ho sempre mangiato e mangio abbastanza normalmente, ma negli ultimi tempi ho perso l'appetito e quando va peggio mi si forma un nodo in gola che mi impedisce di deglutire e mi manda nel panico perché non riesco a dare agli altri spiegazioni.
Il momento dei pasti per me, invece che un momento di condivisione in famiglia sono diventati una vera e propria seccatura.
I miei scherzano tra di loro parlando dell'amore...se solo potessi dirgli la verità.
L'ultima volta che ho vomitato è stato più di un'anno fa, vorrei solo che gli anni diventassero 80. Ogni giorno vivo con la paura costante che ricapiterà, e che oltretutto potrei non essere "fortunato" come altre volte in cui mi trovavo a casa.
Tuttavia come ho anticipato, la mia paura non si limita a questo, si estende, anche se in maniera abbastanza minore, più generalmente a non sentirsi bene fisicamente in presenza di altri (compresi i miei), per ragioni che ancora sto cercando di capire. Probabilmente c'entra sempre l'umiliazione, il sentirti debole e visto come momentaneamente "inferiore" e non al pieno delle tue capacità dagli altri, in più il mio desiderio di non essere di peso, oppure anche la rabbia di non potermi godere il momento. Non so bene come spiegare. Certe volte vorrei solo sparire dal mondo.
Ogni singola azione della mia vita dipende da questo problema.
Seguo rigidi schemi di comportamento, soprattutto per evitare situazioni che si sono verificate in passato.
Se poi aggiungiamo la fortissima ansia, che si scatena anche per le cose più banali, come pensieri o parole, ne esce un mix letteralmente devastante.
L'ansia a mio parare è una delle peggiori malattie, poiché si manifesta con un'infinità di sintomi, può essere la causa di tutto e niente.
Quindi potete ben capire che, riassumendo, per "uno che ha paura di star male" non è proprio la cosa migliore.
Come ho detto prima, un problema può essere la conseguenza dell'altro. È un ragionamento contorto, ma spero possiate capire.
Non ho memoria di una giornata in cui io sia stato bene al 100%, ogni giorno sto male in maniera diversa e con variabili differenti, non posso sapere quindi come terminerà la giornata, e questa cosa mi innervosisce e scatena ulteriormente l'ansia. Ogni cosa io faccia ho sempre queste cose che mi ronzano per la mente, non riesco più ad essere felice, nemmeno un secondo.
Uno dei principali problemi che conseguono dalla mia situazione è ovviamente come affrontare la scuola. Devo frequentare la terza di Architettura del Liceo Artistico e fino ad ora me la sono cavata. Ma oggi, dopo mesi che non vado più a scuola a causa della quarantena, continuo a chiedermi come io abbia fatto fino ad ora e sono sempre più convinto che non ci riuscirò più.
Se la situazione è questa stando a casa in vacanza, figuriamoci a scuola. Per me la didattica a distanza era un paradiso.
Ovviamente come se non bastasse la mia è una situazione negativamente singolare, in quanto i licei artistici in italia non sono molti ed il mio dista più di 30 km da casa.
Considerando i miei problemi, non è una cosa da poco, basti pensare al tempo che devo passare in autobus (circa 1h) e al fatto che se dovessi sentirmi poco bene a scuola, venirmi a prendere sarebbe un'odissea (anche perché non avrei il coraggio di chiedere ai miei di farsi 30km) e dovrei aspettare fino alle 15:30, ora in cui esco dal pullman e torno a casa, a meno che la situazione non sia così grave e mio padre sia obbligato quindi a staccare da lavoro.
Una volta a dicembre 2018 è capitato che mi sentissi male, riconobbi dei particolari sintomi che mi fecero scattare l'allarme, e grazie a dio decisi di non entrare a scuola e riprendere l'autobus per tornare a casa, dove poi ho vomitato. Naturalmente questo episodio non me lo dimenticherò mai e ancora oggi ci penso spesso, se fossi rimasto a scuola, sarei stato male lì, sarebbe stato terribile. Ho paura che la prossima volta potrebbe andare peggio.
In più l'anno prossimo avrò una classe completamente nuova tranne pochi, non c'è bisogno che dica nulla...
Non so come fare, temo per la mia vita futura, se dovessi andare avanti così, o magari peggiorando anche, non riuscirei a combinare nulla e invidio come le altre persone riescano a vivere con tanta facilità facendo cose che per me sono molto difficili, anche le più banali, come andare al cinema, fare una passeggiata o andare in palestra. Non riesco più a fare nuove esperienze.
Devo sempre cercare di far finta di nulla, nessuno sa come sto veramente.
Sto male, mi sento una delusione, rispetto al me del passato, che certe cose le faceva con facilità, e ai miei genitori, dopo tutto ciò che hanno fatto per me. Mi chiedo per quale motivo io dovrei continuare a combattere, a "sopravvivere" e non a vivere.
Prima o poi mio padre e mia madre penso che si accorgeranno che qualcosa non va (se non se ne sono già accorti), non saprei cosa dirgli, a volte non lo capisco neanche io.
A queste difficoltà naturalmente si aggiungono molti altri problemi, ma sono di diversa natura e non sono concernenti al tema del forum, quindi evito di parlarne.
Ho 16 anni, sto gettando via quelli che dovrebbero essere gli anni migliori e tra poco non potrò più permettermi insicurezze simili.
Durante i momenti più difficili penso solo che vorrei morire e che sarebbe la soluzione a tutto.
Tuttavia mi ritengo per ora abbastanza stabile da riuscire a non arrivare a tanto.
Se avete letto fino a qui vi ringrazio molto, non dev'essere stato facile (ho provato a trattenermi).
Ps. Mi scuso se non proprio tutto quello che ho scritto è inerente alle tematiche trattate in questa community, ma non saprei in che altro posto andare.
Non pretendo ovviamente aiuto o altro, perché capisco da solo che alla mia situazione sia praticamente impossibile trovare una soluzione, quindi voglio solo sfogarmi, raccontare la mia storia e magari trovare qualcuno come me e che ne è uscito.
Sono un ragazzo di 16 anni, soffro principalmente di due problemi: ansia ed un'irrazionale fobia di sentirmi male (o non bene) fisicamente in presenza di qualcuno, che si accentua nel campo dell'emetofobia.
Ne soffro fin dall'infanzia, senza un fattore scatenante in particolare che ricordi.
È un'accoppiata terribile, in quanto una cosa può essere causa dell'altra e viceversa.
La mia situazione sociale e famigliare è buona, ho amici, vado molto bene a scuola e non mi lamento.
Tuttavia sono tutt'altro che felice e questi problemi mi stanno lentamente portando alla depressione e potrebbero far precipitare la mia vita.
In questi ultimi mesi si sono accentuati mostruosamente, non so per quale motivo.
Ora ogni volta che devo uscire è un trauma, rimpiango spesso di aver deciso di farlo.
Soprattutto prima di uscire di casa, ma anche qui con i miei, ho sempre una terribile paura di sentirmi male o anche poco bene in presenza di altre persone, e quando ciò si verifica veramente (spesso, ma credo sia per la maggior parte ansia) sono sempre ad un passo dal voler tornare a casa o chiudermi in qualche camera.
In particolare appunto vomitare è una delle cose che temo più al mondo, perché è umiliante, fai schifo ed infastidisce gli altri, vieni facilmente etichettato e ricordato per l'episodio, ed è una cosa che non puoi impedire, sfugge al tuo controllo, tralasciando la sofferenza fisica in sè che provoca.
Ogni singola sensazione che possa anche lontanamente essere collegata o portare al vomitare mi manda nel panico e sopraggiunge l'ansia che non fa altro che peggiorare la situazione. Se non fosse per i miei genitori e i miei amici che mi premono, (peggiorando ultimamente la situazione), vivrei segregato in camera, e starei comunque male. Ho sempre mangiato e mangio abbastanza normalmente, ma negli ultimi tempi ho perso l'appetito e quando va peggio mi si forma un nodo in gola che mi impedisce di deglutire e mi manda nel panico perché non riesco a dare agli altri spiegazioni.
Il momento dei pasti per me, invece che un momento di condivisione in famiglia sono diventati una vera e propria seccatura.
I miei scherzano tra di loro parlando dell'amore...se solo potessi dirgli la verità.
L'ultima volta che ho vomitato è stato più di un'anno fa, vorrei solo che gli anni diventassero 80. Ogni giorno vivo con la paura costante che ricapiterà, e che oltretutto potrei non essere "fortunato" come altre volte in cui mi trovavo a casa.
Tuttavia come ho anticipato, la mia paura non si limita a questo, si estende, anche se in maniera abbastanza minore, più generalmente a non sentirsi bene fisicamente in presenza di altri (compresi i miei), per ragioni che ancora sto cercando di capire. Probabilmente c'entra sempre l'umiliazione, il sentirti debole e visto come momentaneamente "inferiore" e non al pieno delle tue capacità dagli altri, in più il mio desiderio di non essere di peso, oppure anche la rabbia di non potermi godere il momento. Non so bene come spiegare. Certe volte vorrei solo sparire dal mondo.
Ogni singola azione della mia vita dipende da questo problema.
Seguo rigidi schemi di comportamento, soprattutto per evitare situazioni che si sono verificate in passato.
Se poi aggiungiamo la fortissima ansia, che si scatena anche per le cose più banali, come pensieri o parole, ne esce un mix letteralmente devastante.
L'ansia a mio parare è una delle peggiori malattie, poiché si manifesta con un'infinità di sintomi, può essere la causa di tutto e niente.
Quindi potete ben capire che, riassumendo, per "uno che ha paura di star male" non è proprio la cosa migliore.
Come ho detto prima, un problema può essere la conseguenza dell'altro. È un ragionamento contorto, ma spero possiate capire.
Non ho memoria di una giornata in cui io sia stato bene al 100%, ogni giorno sto male in maniera diversa e con variabili differenti, non posso sapere quindi come terminerà la giornata, e questa cosa mi innervosisce e scatena ulteriormente l'ansia. Ogni cosa io faccia ho sempre queste cose che mi ronzano per la mente, non riesco più ad essere felice, nemmeno un secondo.
Uno dei principali problemi che conseguono dalla mia situazione è ovviamente come affrontare la scuola. Devo frequentare la terza di Architettura del Liceo Artistico e fino ad ora me la sono cavata. Ma oggi, dopo mesi che non vado più a scuola a causa della quarantena, continuo a chiedermi come io abbia fatto fino ad ora e sono sempre più convinto che non ci riuscirò più.
Se la situazione è questa stando a casa in vacanza, figuriamoci a scuola. Per me la didattica a distanza era un paradiso.
Ovviamente come se non bastasse la mia è una situazione negativamente singolare, in quanto i licei artistici in italia non sono molti ed il mio dista più di 30 km da casa.
Considerando i miei problemi, non è una cosa da poco, basti pensare al tempo che devo passare in autobus (circa 1h) e al fatto che se dovessi sentirmi poco bene a scuola, venirmi a prendere sarebbe un'odissea (anche perché non avrei il coraggio di chiedere ai miei di farsi 30km) e dovrei aspettare fino alle 15:30, ora in cui esco dal pullman e torno a casa, a meno che la situazione non sia così grave e mio padre sia obbligato quindi a staccare da lavoro.
Una volta a dicembre 2018 è capitato che mi sentissi male, riconobbi dei particolari sintomi che mi fecero scattare l'allarme, e grazie a dio decisi di non entrare a scuola e riprendere l'autobus per tornare a casa, dove poi ho vomitato. Naturalmente questo episodio non me lo dimenticherò mai e ancora oggi ci penso spesso, se fossi rimasto a scuola, sarei stato male lì, sarebbe stato terribile. Ho paura che la prossima volta potrebbe andare peggio.
In più l'anno prossimo avrò una classe completamente nuova tranne pochi, non c'è bisogno che dica nulla...
Non so come fare, temo per la mia vita futura, se dovessi andare avanti così, o magari peggiorando anche, non riuscirei a combinare nulla e invidio come le altre persone riescano a vivere con tanta facilità facendo cose che per me sono molto difficili, anche le più banali, come andare al cinema, fare una passeggiata o andare in palestra. Non riesco più a fare nuove esperienze.
Devo sempre cercare di far finta di nulla, nessuno sa come sto veramente.
Sto male, mi sento una delusione, rispetto al me del passato, che certe cose le faceva con facilità, e ai miei genitori, dopo tutto ciò che hanno fatto per me. Mi chiedo per quale motivo io dovrei continuare a combattere, a "sopravvivere" e non a vivere.
Prima o poi mio padre e mia madre penso che si accorgeranno che qualcosa non va (se non se ne sono già accorti), non saprei cosa dirgli, a volte non lo capisco neanche io.
A queste difficoltà naturalmente si aggiungono molti altri problemi, ma sono di diversa natura e non sono concernenti al tema del forum, quindi evito di parlarne.
Ho 16 anni, sto gettando via quelli che dovrebbero essere gli anni migliori e tra poco non potrò più permettermi insicurezze simili.
Durante i momenti più difficili penso solo che vorrei morire e che sarebbe la soluzione a tutto.
Tuttavia mi ritengo per ora abbastanza stabile da riuscire a non arrivare a tanto.
Se avete letto fino a qui vi ringrazio molto, non dev'essere stato facile (ho provato a trattenermi).
Ps. Mi scuso se non proprio tutto quello che ho scritto è inerente alle tematiche trattate in questa community, ma non saprei in che altro posto andare.