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Abbiamo realmente paura dell'atto?

  • Creatore Discussione Utente eliminato 109
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Utente eliminato 109

Guest
Apro questo thread per riflettere su un punto fondamentale della fobia: ma abbiamo realmente paura di vomitare? È davvero l'atto che ci fa paura, o forse c'è altro? Personalmente sono arrivato alla conclusione, in base alla mia esperienza personale, che non è l'atto a terrorizzarmi, ma il prima. Una delle cose che non si possono controllare siamo noi stessi, il nostro organismo, a volte anche il nostro corpo e le nostre sensazioni/emozioni. Una persona come me, che tendenzialmente tende ad avere tutto sotto controllo, impazzisce letteralmente quando si rende conto che la nausea non può essere fermata o controllata, qui scatta l'attacco di panico. Nonostante negli ultimi anni mi sia capitato di vomitare dopo una gastroenterite, e nonostante abbia appurato che vomitare è brutto ma non una tragedia come appare ai miei occhi, il terrore mi rimane. La cosa strana è che non ho il terrore dell'atto, ma del fatto di non sapere se accadrà, se potrò evitarlo o se dovrà necessariamente succedere. È l'attesa che mi fa impazzire. Quando mi vengono attacchi di nausea anomali (non da ansia), iniziano a frullarmi mille pensieri negativi in testa, inizio a vedere tutto nero, come se stessi quasi per morire. Ma se qualcuno mi dicesse "oggi vomiterai sicuramente", probabilmente andrei nel water e mi provocherei io stesso il vomito, e l'ho fatto un paio di anni fa, perché è appunto l'attesa che mi uccide. In conclusione, penso che, almeno nel mio caso, questa fobia sia molto legata alla perdita del controllo, più che all'atto stesso, anche se l'atto continua a rimanere ai miei occhi una catastrofe (che sia io a viverlo o vederlo). Voi come vivete i vostri momenti "no"?
 
Mh, sicuramente ci sono molti emetofobici che appunto hanno paura del 'prima', proprio perché si parla di perdita di controllo ma personalmente io ho paura anche dell'atto, lo temo molto, moltissimo.. Quindi il tutto nell'insieme per me è completamente disastroso, so bene che non è di certo una tragedia ma io la vedo come tale.
In quei momenti 'no' vado completamente in panico e cerco di distrarmi in ogni modo sperando che sia solo qualcosa di passeggero, il mio rapporto col cibo è sempre più complicato per via di questa fobia e a volte ci piango anche su perché vedo le persone vicino a me che mangiano qualsiasi cosa senza preoccupazioni e stan benissimo, mentre io magari mangio molto meno ma mi ritrovo a star male, sentirmi strana e così via, è difficile
 
Beh, ho anche io paura dell'atto, ma razionalmente parlando è una paura fittizia, per quanto brutto possa essere. Anche l'allarme che mi scatta nel sentire un suono che me lo ricordi, o nel vedere qualcuno star male, se ci penso è un po' assurdo. Come ho scritto, purtroppo in due anni beccai il virus due volte, quindi sperimentai nuovamente l'ebrezza che si prova (dopo tantissimo tempo). La prima volta che mi successe, a parte lo shock, tra me e me pensavo: "non è poi così terribile come penso". Anzi, paradossalmente ti libera da quel malessere e da quell'agonia, proprio quell'agonia che mi manda nel panico. Io credo che, inconsapevolmente la nostra resistenza ci alimenti il malessere e la paura. Il rapporto con il cibo credo sia un problema comune a molti. Spesso ne soffro anche io vedendo gli altri mangiare tranquilli, mentre io devo stare lì attento a non esagerare, a selezionare e preoccuparmi continuamente di aver smaltito. Vedo le persone mangiare tranquille, anche la sera tardi e mi domando "chissà cosa si prova", ma non mi sento più lo "strano" della situazione; ok, ho un problema, un disagio, ma ciò non mi rende diverso dagli altri. La speranza di uscirne non l'ho persa e non la perderò, anche perché, per tanti anni ne ero uscito, non del tutto, perché degli strascichi mi erano rimasti, ma la fobia non era invalidante come adesso. Ho provato la sensazione di non avere la fobia addosso, ed ero rinato. Quella speranza di ritornare come un tempo mi permette di andare avanti e di continuare a lottare. È difficile, ma si può riuscire almeno a tenerla a bada e vivere in modo diverso. Non rassegniamoci mai.
 
Anche a me son capitati periodi in cui sentivo di meno la fobia, purtroppo periodi brevi ma ricordo che ero molto felice in quei momenti e mi godevo di più le giornate, purtroppo però maggior parte del tempo è presente e mi rovina continuamente le cose e neanche io mi sento così strana rispetto agli altri, più che altro provo una profonda invidia verso le altre persone che non hanno un problema così persistentemente presente nelle loro vite
 
Apro questo thread per riflettere su un punto fondamentale della fobia: ma abbiamo realmente paura di vomitare? È davvero l'atto che ci fa paura, o forse c'è altro? Personalmente sono arrivato alla conclusione, in base alla mia esperienza personale, che non è l'atto a terrorizzarmi, ma il prima. Una delle cose che non si possono controllare siamo noi stessi, il nostro organismo, a volte anche il nostro corpo e le nostre sensazioni/emozioni. Una persona come me, che tendenzialmente tende ad avere tutto sotto controllo, impazzisce letteralmente quando si rende conto che la nausea non può essere fermata o controllata, qui scatta l'attacco di panico. Nonostante negli ultimi anni mi sia capitato di vomitare dopo una gastroenterite, e nonostante abbia appurato che vomitare è brutto ma non una tragedia come appare ai miei occhi, il terrore mi rimane. La cosa strana è che non ho il terrore dell'atto, ma del fatto di non sapere se accadrà, se potrò evitarlo o se dovrà necessariamente succedere. È l'attesa che mi fa impazzire. Quando mi vengono attacchi di nausea anomali (non da ansia), iniziano a frullarmi mille pensieri negativi in testa, inizio a vedere tutto nero, come se stessi quasi per morire. Ma se qualcuno mi dicesse "oggi vomiterai sicuramente", probabilmente andrei nel water e mi provocherei io stesso il vomito, e l'ho fatto un paio di anni fa, perché è appunto l'attesa che mi uccide. In conclusione, penso che, almeno nel mio caso, questa fobia sia molto legata alla perdita del controllo, più che all'atto stesso, anche se l'atto continua a rimanere ai miei occhi una catastrofe (che sia io a viverlo o vederlo). Voi come vivete i vostri momenti "no"?
Ciao! Considerando la mia storia personale, anch'io penso che la nostra fobia sia fondamentale legata al terrore di perdere il controllo. Io soffro di disturbo ossessivo compulsivo, oltre che di emetofobia, e l'idea dell'incerto, l'ignoto, il DUBBIO, mi mandano in corto circuito il cervello... Per il doc ho fatto terapia cognitivo comportamentale e questo mi ha aiutato molto ad accettare che non posso materialmente avere tutto sotto controllo e devo accettare l'idea che sì, c'è una remota possibilità che il peggio possa accadere. Con l'emetofobia, tuttavia, ancora non ce la faccio... Non ce la faccio ad arrendermi all'idea di poter perdere il controllo sul mio corpo e non avere alcuna autorità nell'evitare l'inevitabile. Ultimamente sto cercando conforto spirituale e quantomeno la vicinanza con dio, l'idea che ci sia lui lassù a tenere le cose sotto controllo per me, mi da sollievo
 
più che altro provo una profonda invidia verso le altre persone che non hanno un problema così persistentemente presente nelle loro vite
Forse però ne hanno altri di problemi, che noi non sappiamo, ma che a loro rendono la vita complicata! ;)
. Con l'emetofobia, tuttavia, ancora non ce la faccio
È un po' come la vita in generale, non puoi pianificare tutto, non andrà mai tutto secondo i piani. La vita è così. La differenza è come noi approcciamo alle situazioni.
 
Forse però ne hanno altri di problemi, che noi non sappiamo, ma che a loro rendono la vita complicata! ;)

Ovviamente, questo lo so benissimo e infatti quello che intendevo è che invidio le altre persone solamente e unicamente sotto questo aspetto, non per altro. Poi penso anche che ognuno di noi, compresa me, abbia o possa avere anche altri problemi di non lieve importanza che non c'entran nulla con la fobia ma che questa li renda più difficile da risolvere, io se non avessi questa fobia, ad esempio, sarei sicuramente più attiva verso anche le cose negative
 
io se non avessi questa fobia, ad esempio, sarei sicuramente più attiva verso anche le cose negative
Questo però dipende anche dal nostro carattere, da come approcciamo i problemi. Il tuo essere più attiva verso le cose negative non dipende dalla fobia, perché essa stessa è una conseguenza di qualcosa, non la causa. Se trovi quella causa forse riuscirai ad affrontare meglio non solo la fobia ma anche altri problemi in generale.
Per fare un chiaro esempio, se io sono una persona molto ansiosa, lo manifesterò in diversi contesti e ambiti. :)
 
Questo però dipende anche dal nostro carattere, da come approcciamo i problemi. Il tuo essere più attiva verso le cose negative non dipende dalla fobia, perché essa stessa è una conseguenza di qualcosa, non la causa. Se trovi quella causa forse riuscirai ad affrontare meglio non solo la fobia ma anche altri problemi in generale.
Per fare un chiaro esempio, se io sono una persona molto ansiosa, lo manifesterò in diversi contesti e ambiti. :)
Hai perfettamente ragione, non dipende solamente da quello, si tratta anche di carattere ed io ammetto infatti di essere una persona abbastanza ansiosa e insicura su molte cose ma la fobia mi rende le cose più difficili sotto molti aspetti, ad esempio se io in un dato momento/giorno non mi sento molto bene e vado in panico, probabilmente quello che stavo facendo o programmavo di fare va a monte o evito di uscire, se invece non avessi questa paura non sarebbe così.
Comunque sulla fobia come una conseguenza di qualcosa non ne sono sicura poiché non sono mai riuscita a spiegarmi la sua nascita, non riesco a collegarlo a niente, anche perché nonostante non ne fossi 'ossessionata' in passato, ne avevo comunque il terrore quando succedeva, fin da piccolissima, per questo ho il timore che me la porterò sempre dietro.
 
Comunque sulla fobia come una conseguenza di qualcosa non ne sono sicura poiché non sono mai riuscita a spiegarmi la sua nascita
È proprio questo che non ti permette di superarla, perché non hai ancora capito da cosa dipende. ;)
Tu pensi di averla dalla nascita, io penso che con la fobia non ci nasce nessuno. La spiegazione può essere ovunque, traumi passati, comportamenti che hai visto, eventi rimossi, tutte cose che magari non vuoi o non puoi ricordare. Oppure può essere qualcosa che per te è normale ma che invece non lo è. Una qualche idea o comportamento.
Quando rimandi qualcosa perché hai paura di star male, di fatto tu non stai male. Pensi di poter star male perché hai paura che accada, ma non sai se accadrà. :)
 
Devo dirti che questo tuo ragionamento mi ha fatto riflettere sulla cosa! Si, è vero che ci fa così paura perchè perdiamo il controllo di noi stessi, infatti questa paura ci viene di più se abbiamo la nausea quando siamo in mezzo agli altri più che da soli...ricordo bene nel 2014 mi venne un emicrania fortissima dovuta allo stress e poco dopo una fortissima nausea "da vomito" (anche io ho in parte imparato a distinguerla), vivevo ancora coi miei genitori, ero stesa sul mio letto e sentendomi così male pensai "ok vado in bagno a vomitare, tanto non ho altra scelta piuttosto che stare male" e vomitai, anche se non mi uscì quasi nulla ma è stato comunque fastidioso. Dopo iniziai a sudare ed avere i goccioloni agli occhi, non so se capita anche a voi!

Tornando all'argomento di prima, in parte può essere vero che abbiamo più paura solamente della sensazione che dell'atto e soprattutto della perdita del controllo, ma per arrivarci da soli a capirlo dobbiamo lavorarci sopra tanto, su noi stessi!

Un abbraccio
 
Apro questo thread per riflettere su un punto fondamentale della fobia: ma abbiamo realmente paura di vomitare? È davvero l'atto che ci fa paura, o forse c'è altro? Personalmente sono arrivato alla conclusione, in base alla mia esperienza personale, che non è l'atto a terrorizzarmi, ma il prima. Una delle cose che non si possono controllare siamo noi stessi, il nostro organismo, a volte anche il nostro corpo e le nostre sensazioni/emozioni. Una persona come me, che tendenzialmente tende ad avere tutto sotto controllo, impazzisce letteralmente quando si rende conto che la nausea non può essere fermata o controllata, qui scatta l'attacco di panico. Nonostante negli ultimi anni mi sia capitato di vomitare dopo una gastroenterite, e nonostante abbia appurato che vomitare è brutto ma non una tragedia come appare ai miei occhi, il terrore mi rimane. La cosa strana è che non ho il terrore dell'atto, ma del fatto di non sapere se accadrà, se potrò evitarlo o se dovrà necessariamente succedere. È l'attesa che mi fa impazzire. Quando mi vengono attacchi di nausea anomali (non da ansia), iniziano a frullarmi mille pensieri negativi in testa, inizio a vedere tutto nero, come se stessi quasi per morire. Ma se qualcuno mi dicesse "oggi vomiterai sicuramente", probabilmente andrei nel water e mi provocherei io stesso il vomito, e l'ho fatto un paio di anni fa, perché è appunto l'attesa che mi uccide. In conclusione, penso che, almeno nel mio caso, questa fobia sia molto legata alla perdita del controllo, più che all'atto stesso, anche se l'atto continua a rimanere ai miei occhi una catastrofe (che sia io a viverlo o vederlo). Voi come vivete i vostri momenti "no"?
Ciao. Arrivo solo ora, perchè sono da poco nella community. stavo girovagando tra i post e mi sono imbattuta in questo che apre tantissime porte a quella che è la mia condizione.
Io non so bene cosa mi spaventi di più, diciamo che io alterno lunghi periodi di maggiore controllo della mia fobia ad altrettanti lunghi periodi in cui faccio fatica a vivere. Ora sono in uno di questi ultimi periodi purtroppo. Io ho paura del prima, del
Durante, del dopo, di vomitare e di vederlo fare, il panico sale così in alto che spesso sotto stress la mia mente arriva a costruire indisposizioni gastroenteriche che di fatto poi non sono reali. È l’unica cosa che MI FA DAVVERO PAURA, la mia vita è sempre stata piena di ostacoli e di Situazioni da affrontare , spesso mi sono sentita dire: hai fatto questo??? Da sola??? Come hai fatto...che coraggio?!?! E poi di fronte al Vomito divento ingestibile. La cosa che però mi è sempre suonata abbastanza paradossale è il fatto che io ho tre cagnoline, che spesso vomitano, loro lo fanno anche per pulirsi lo stomaco, e non mi da fastidio, cioè .....non mi emoziona, però gli sto vicino, dopo le accarezzo, e pulisco senza problemi, mentre se capita ad un umano, al primo conato io sono già espatriata
Insomma mi rendo conto di essere abbastanza patologica, la cosa mi rende davvero tutto più difficile di quanto già non lo sia
 
@Falchetta78 Sul fatto degli animali, è capitato anche a me di vedere il mio gatto vomitare (non so se sia uguale al cane) e nemmeno io sono rimasto particolarmente impressionato. Non ho pulito io perché mi faceva comunque senso, ma credo che negli animali faccia un effetto diverso perché non è proprio simile all'umano. Per il resto, anche io ho paura del durante, ma non quanto il prima... Il prima mi uccide letteralmente perché la mia idea è quella di evitarlo a tutti i costi, e il non sapere con certezza se accadrà mi manda in tilt. Il problema principale credo sia il fatto che la probabilità che succeda è sempre presente in noi, di conseguenza siamo perennemente in allarme, a differenza di un soggetto che sta "bene" e percepisce il malessere solo quando è reale. Per fare un esempio: hai mal di pancia - quasi sicuramente dovrai andare in bagno. Lo percepisci perché è fisiologico, reale. Vai in bagno e stop. Nel nostro caso non c'è nulla di reale, almeno nella maggior parte dei casi, quindi viviamo in continuo stato di allarme, un po' come quando l'ansia ti fa avvertire pericoli inesistenti e mescoliamo realtà e paranoia, non riuscendo a distinguerle. Quello che invece non riesco a spiegarmi, è la paura di vederlo negli altri, in un film, in un video o un'immagine. Se mi capita per sbaglio di vederlo in tv, sto male per ore, inizio a pensarci di continuo e ad avere quell'immagine fissa in mente, sul momento mi viene tachicardia e nausea... e non oso immaginare cosa accadrebbe se lo vedessi di persona. Su questo aspetto rimango tuttora con un punto di domanda.
 
Vabbè
@Falchetta78 Sul fatto degli animali, è capitato anche a me di vedere il mio gatto vomitare (non so se sia uguale al cane) e nemmeno io sono rimasto particolarmente impressionato. Non ho pulito io perché mi faceva comunque senso, ma credo che negli animali faccia un effetto diverso perché non è proprio simile all'umano. Per il resto, anche io ho paura del durante, ma non quanto il prima... Il prima mi uccide letteralmente perché la mia idea è quella di evitarlo a tutti i costi, e il non sapere con certezza se accadrà mi manda in tilt. Il problema principale credo sia il fatto che la probabilità che succeda è sempre presente in noi, di conseguenza siamo perennemente in allarme, a differenza di un soggetto che sta "bene" e percepisce il malessere solo quando è reale. Per fare un esempio: hai mal di pancia - quasi sicuramente dovrai andare in bagno. Lo percepisci perché è fisiologico, reale. Vai in bagno e stop. Nel nostro caso non c'è nulla di reale, almeno nella maggior parte dei casi, quindi viviamo in continuo stato di allarme, un po' come quando l'ansia ti fa avvertire pericoli inesistenti e mescoliamo realtà e paranoia, non riuscendo a distinguerle. Quello che invece non riesco a spiegarmi, è la paura di vederlo negli altri, in un film, in un video o un'immagine. Se mi capita per sbaglio di vederlo in tv, sto male per ore, inizio a pensarci di continuo e ad avere quell'immagine fissa in mente, sul momento mi viene tachicardia e nausea... e non oso immaginare cosa accadrebbe se lo vedessi di persona. Su questo aspetto rimango tuttora con un punto di domanda.
hai praticamente duplicato la mia condizione, è incredibile come tu abbia descritto esattamente quelle che sono le mie sensazioni in merito
Ci rido un po’ su perchè mi rendo conto di quanto sia patologica, e di quanto sia difficile riuscire ad aggiustare il tiro, perchè è talmente predominante la
Fobia sulla mia razionalità che nonostante il mio impegno vince quasi sempre lei!!! Inoltre io vivo un altro dramma, la mia magrezza, perchè ovviamente mangio quanto basta per sostenermi, ed evito tutto ciò che potrebbe essere anche lontanamente indigesto, mi mandano in ansia le tavole troppo imbandite (E CONSIDERA CHE IO SONO NAPOLETANA, città assolutamente inadatta ad una Emetofobica), anche se questa cosa si è un po’ ridotta, ma soprattutto mi manda in tilt quando mangio fuori e realizzo che non c’è nulla che IO POSSA MANGIARE, quindi digiuno, quindi dimagrimento, quindi disperazione
A volte penso: POVERA LA MIA PSICOLOGA!!!
 
@Falchetta78 Sul fattore magrezza ne soffro parecchio anche io. Sono Siciliano, quandi siamo sulla stessa barca in fatto di abititudini culinarie. Io sono sottopeso, anche se in realtà sono sempre stato magro di mio. Forse attualmente ho un paio di chili in meno, ma in genere non sono mai andato oltre i 51 kg (per 1.72 di altezza). Durante il periodo di apparente sparizione della fobia, grazie alla palestra ero arrivato a 61 kg e non immagini quanto mi sentivo meglio fisicamente. Per un uomo, poi, la magrezza viene percepita molto di più rispetto alla donna, che in alcuni casi la ricerca volutamente. Noi diciamo che siamo un po' l'opposto: qualche muscoletto in più, un po' di pettorale e qualche chiletto non fanno mai male. Almeno per quanto mi riguarda.
Se si parla di tavole abbondanti, cene fuori e tutto il resto, ti capisco alla perfezione. Io vado in ansia anche quando ricevo un invito dove bisogna mangiare... Mi sono spesso trovato in difficoltà quando venivo invitato a cene, pranzi di lavoro, scampagnate e robe varie. Il mio pensiero fisso è "cosa dovrò mangiare?", "come lo spiego che non posso mangiare?", "e se sto male cosa faccio?". Sabato scorso, ad esempio, ho avuto ospiti a casa, ovviamente si doveva mangiare... Ho assaggiato solo una fettina di pizza, ma gli altri mi invitavano continuamente a mangiare, guardandomi in modo strano quando mi rifiutavo, nonostante abbia già accennato loro che "soffro di stomaco". Purtroppo non tutti capiranno appieno questo disagio e continueranno a ripetere gli stessi "errori", alimentando maggiormente le nostre ansie. Per loro mangiare è naturale. È difficile farsi capire dagli altri.

Ps. La tua psicologa fa questo lavoro di mestiere, non sentirti mai in colpa per questo :)
 
Mi unisco alla discussione, visto che giusto pochi minuti fa stavo riflettendo neanche a farlo a posta proprio su ciò. Allora, credo che la questione sia anche abbastanza soggettiva. Riguardo me ad esempio, la mia emetofobia non a caso si è presa possesso di me proprio in questo momento storico della mia vita, un momento in cui io sto soltanto "trattenendo"ogni mia emozione negativa senza farla uscire fuori. Io ho paura del confronto con gli altri, ho paura di esprimere il mio dissenso, ho paura di affrontare discussioni in cui potrei non essere capita ecc...ed è così da sempre, sul lavoro e nel mio privato. Ecco perchè io "trattengo" tutto, ho paura di far esplodere i miei stati d'animo, tutto ciò che mi causa sofferenza. Il vomito ,pur essendo un'esperienza disgustosa e sofferente, cosa rappresenta metaforicamente parlando se non un "liberarsi" da ciò che ci fa star male, e di conseguenza un smettere di "trattenere"??? Io sono terrorizzata dall'idea di lasciar andare le mie emozioni negative per paura di soffrire ancora di più, di conseguenza ho paura di vomitare in quanto liberarmi di ciò che di negativo e tossico c'è in quel momento nel mio corpo.Non so se ho resa l'idea.
 
@alyss Beh, il tuo ragionamento direi che non fa una piega. Credo che una grossa fetta di persone emetofobiche sia insicura caratterialmente. Lo sono anche io. Personalmente non trattengo sempre tutto, o meglio... non lo faccio con tutti, ma in genere anche io sono come te. Ovviamente ognuno di noi ha i suoi trascorsi che hanno plasmato poi il carattere. Io ho notato che, prima piangevo per scaricare la tensione ogni qualvolta accumulavo robe, e subito dopo stavo meglio. Non a caso la fobia sembrava quasi svanita. Da quando è venuta fuori in maniera prepotente, per quanto mi sforzi, non piango da anni e accumulo tutto dentro logorandomi. Boh, è un casino. Sono comunque d'accordo con la tua riflessione e penso che le due cose siano strettamente correlate.
 
@alyss Beh, il tuo ragionamento direi che non fa una piega. Credo che una grossa fetta di persone emetofobiche sia insicura caratterialmente. Lo sono anche io. Personalmente non trattengo sempre tutto, o meglio... non lo faccio con tutti, ma in genere anche io sono come te. Ovviamente ognuno di noi ha i suoi trascorsi che hanno plasmato poi il carattere. Io ho notato che, prima piangevo per scaricare la tensione ogni qualvolta accumulavo robe, e subito dopo stavo meglio. Non a caso la fobia sembrava quasi svanita. Da quando è venuta fuori in maniera prepotente, per quanto mi sforzi, non piango da anni e accumulo tutto dentro logorandomi. Boh, è un casino. Sono comunque d'accordo con la tua riflessione e penso che le due cose siano strettamente correlate.
Si anche io lo penso, e durante il mio cammino psicoteraputico mi è stato spesso detto che la
paura del vomito è da collegare sia al fatto di voler trattenere, ma anche alla paura di perdere il controllo. Io per esempio sono stata una bambina che vomitava spesso, e ho avuto mia madre anoressica per 20 anni, di quelle che non solo non mangiano quasi nulla e che non cucinano, ma anche una di quelle che si procura il vomito per cacciare anche quel poco buttato giù.
3/4/5 volte al giorno, in casa mia si sentivano conati di continuo tutti i santi giorni, e io mi tappavo le orecchie per non sentirli, e già ero emetofobica, sicuramente questo ha avuto un effetto devastante su di me, considerando anche che sono cresciuta in una mentalità distorta del tipo: no questo non lo digerisci, no questo fa male, no questo è pesante‍♀️
 
@Falchetta78 L'anoressia di tua madre probabilmente ha fatto accrescere la fobia. Comunque sì, è anche legata alla perdita del controllo, e questo me lo hanno detto anche a me. Io ad esempio da piccolo avevo il DOC abbastanza invalidante, della serie che, se non avevo toccato tipo una ringhiera fuori tot volte, uscivo di casa nuovamente (anche sotto la pioggia) per toccarla, calmarmi e "scongiurare" un ipotetico dramma che mi creavo in testa. Fortunatamente ho eliminato del tutto il disturbo ossessivo compulsivo da solo, e di questo ne vado fiero. Anche quello credo sia legato al controllo. Sparito quello, mi è rimasta la fissa dell'ordine... Credo di essere una persona ordinata di mio, ma secondo me c'è qualcosa che non quadra in questa "manìa" di avere tutto perfettamente ordinato. Penso che sia un aspetto legato all'ansia anche quello. Poi non so... o_O
 
Io come forma di DOC ad esempio ho il coprirmi troppo. In primavera anche se non fa tutto questo freddo ad esempio (napoli poi non è una città freddissima) io vado in giro per strada che sembro una che vuole fare una rapina...la gente mi osserva, se saluto qualcuno che conosco il saluto non mi viene ricambiato perchè non vengo proprio riconosciuta nella mia "mise" :\. A tratti è divertente ma è una vera ossessione in realtà, perchè sono terrorizzata dall'idea di avere malanni di ogni tipo. Quest'anno poi il disturbo è peggiorato, visto che lo scorso anno sono stata capace di prendere gastroenterite, tracheite e varicella (la varicella a 30 anni!!) in tre periodi diversi, ma conducevo una vita molto più stressante di quella di ora e lo attribuisco a questo, le mie difese immunitarie erano in caduta libera.
 
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