• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Vorrei raccontarvi la mia storia...

vale7190

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Ciao a tutti, sono V. Ho 27 anni e soffro di emetofobia da quando ne avevo 9. Vorrei provare a raccontarvi la mia storia, non sono mai uscita allo scoperto e penso di poter iniziare da qui...
Quando mi svegliavo di notte da piccolina non capivo cosa mi succedeva. Penso che tutto sia iniziato quella volta che ho fatto indigestione di caramelle e ho vomitato tutta notte. I miei genitori litigavano sempre, stavano divorziando e io mi svegliavo tutte le notti con una forte ansia senza capirne il motivo. Sapevo solo che se avevo la nausea stavo male, che se mamma aveva la nausea doveva starmi lontana cosi come chiunque altro... gli anni passano, e io continuo a non capire. Mi sento diversa dagli altri.
Mangiare al ristorante mi faceva venire la nausea e l'ansia. Uscire mi faceva venire l'ansia (se devo vomitare troverò un bagno? O sarò costretta a farlo davanti a tutti? Cosa succederà? Cosa penserà la gente di me? Questi i pensieri costanti...da quando mi sveglio la mattina e penso "oggi andrà bene o vomiterò?" A quando vado a dormire, il mio ultimo pensiero.) Mangiare non è più un piacere, ogni volta che il piatto è leggeremente più abbondante il mio stomaco si chiude. Ho passato giorni senza mangiare. Poi ricominciavo. Come spiegarlo? Agli amici, ai familiari. Era tutto cosi difficile.
Papà è un medico e da quando ero piccola il sogno della mia vita era diventare come lui. A 18 anni mi porta al corso per diventare volontaria in croce rossa. Mi piace, mi piace da morire e voglio diventare come lui sempre di più, come loro. Dopo aver passato i primi esami, scopro che una delle cose che più mi toccherà vedere li dentro è il vomito. Voglio essere molto esplicita in questa piccola lettera. In ambulanza se uno vomita tu gli tieni la traversa, poi la butti o la porti in pronto soccorso. Quando l'ho scoperto sono impazzita. Letteralmente. La prima volta che una signora ha detto "aiuto devo vomitare" mi sono messa in un angolo, io e il mio attacco di panico. Ho iniziato a sudare, tremare. Piangevo in silenzio. D'altronde su quell'ambulanza chi stava più male? Ero confusa. All'arrivo in pronto soccorso sono scappata. Il mio collega ha capito il mio disagio e mi ha sostituita. Passano i giorni. Penso che forse dovrei cambiare mestiere. Che sono una sconfitta, che la mia fobia può decidere per la mia vita. Tutto mi provoca disagio.
Decido di parlare con mia mamma. Lei soffre di depressione e crisi d'ansia, penso che mi capirà. Informa mio padre che invece non comprende, all'inizio. Mi portano da una psicologa, che si occupa di disturbi alimentari. Passo con lei un anno e mezzo. Mi aiuta tantissimo, le sarò grata per sempre. Mi aiuta a prendere coscienza di ciò. Col tempo inizio a stare sull'ambulanza senza piangere. La prima volta che ho tenuto la testa di una ragazzina che vomitava l'ho reputato un enorme successo. Ora gli altri non mi fanno più paura. La paura è il mio stomaco, che persiste. Tra due mesi mi laureo in medicina e chirurgia. Sono fiera di cosa ho fatto, sono per la prima volta nella mia vita orgogliosa di me. Il vomito degli altri non mi crea più quel disagio. Ma io non riesco a vincere ancora su di me. Sono un fiume in piena, vorrei scrivere per ore. Ma diventerebbe troppo lunga e probabilmente nessuno leggerebbe più. So solo che pensavo di essermi ripresa, in borsa ho ***** (mai preso perche preferisco controllarmi da sola, ma so che c'è ) e ******. A dicembre un virus gastrointestinale mi ha riportato tutto alla luce. E ora sto come prima. Anche mangiare a casa di amici è un incubo. Come faccio a giustificare tutte le volte che il mio stomaco si chiude? Gli unici che sanno sono il mio moroso e i familiari stretti. Mi vergogno.
Vi ringrazio, tanto. Soprattutto se leggerete e magari mi darete qualche consiglio. Un abbraccio
V.
 
Non riesci ancora a vincere su di te perché hai interrotto, se ho ben capito, la terapia, why?
Hai avuto una ricaduta, invece pensala in questo modo, guarda i progressi!! Cioè da come scrivi sembrerebbe che tu abbia superato NON poco, TANTO. Non buttarti giù, per me è una leggera ricaduta, e se tornassi a finire sarebbe più fattibile :)
Hai lavorato sulla percezione degli altri, ma ti manca te stessa, vincere se stessi è il passo più arduo, se non ci comprendiamo noi... Voglio dire :)
Ti stai per laureare, è una bella cosa, nel lavoro che ti limitava per colpa del vomito, HAI FATTO MOLTISSIMO, credimi. Ma hai ancora dei piccoli steps per finire a mio avviso :) E quello che tu credi un sono tornata indietro, NON E' COSI?! Devi solo finire qualcosa che ti blocca e lo sai solo tu fondamentalmente ;)
 
Ciao vale

Che dire, i miei complimenti! Innanzitutto per la laurea in sé che è un gran bel traguardo (che specializzazione vorresti prendere dopo? :) ) e soprattutto per quella laurea, quella che volevi e che non hai permesso alla fobia di precluderti. Non tutti sono capaci di andare così in fondo, tanti qui avrebbero voluto fare medicina e poi hanno desistito.

Io ho una grandissima stima per chi, qui in questo forum, non si è fatto fermare dalla fobia nel campo lavorativo. Negli anni qui sono passati, e alcuni ancora ci sono, medici, infermieri, ostetriche, maestre d'asilo... tutti mestieri che ti obbligano a coesistere con il vomito, e tutti mestieri che, con tutte le difficoltà, voi portate avanti per passione, e non è da tutti.

Pensa a come ti sentivi la prima volta che una persona ha vomitato in ambulanza e a come ti senti ora in quelle situazioni. Se è tutto cambiato in quel senso, perchè non dovrebbe cambiare anche nella tua paura per il tuo stomaco?

Hai già fatto un grossissimo, enorme, macroscopico, gigantesco cambiamento, quindi puoi certamente andare un po' più in là.
Io continuerei la terapia, la riprenderei, andrei a fondo fondo, perchè tu hai già toccato con mano la sensazione di non avere più paura di una cosa che prima ti faceva paura, quindi sai che puoi farcela, ti serve solo l'appoggio giusto ;)

Riguardo a quello che dici alla fine, perchè ti vergogni? Perchè pensi che ci sia qualcosa di cui vergognarsi nell'avere una fobia?

(domanda non impertinente eh, te la sto ponendo perchè ci possa riflettere su ;) )
 
I miei genitori litigavano sempre, stavano divorziando e io mi svegliavo tutte le notti con una forte ansia senza capirne il motivo.
Probabilmente già questo potrebbe essere un argomento da affrontare in una terapia. ;)
Mangiare non è più un piacere, ogni volta che il piatto è leggeremente più abbondante il mio stomaco si chiude. Ho passato giorni senza mangiare. Poi ricominciavo.
Mamma mia, mi hai ricordato esattamente come stavo io. Mangiare per me è sempre stato un piacere, tranne quando dovevo farlo fuori o con altre persone.
Come spiegarlo?
Eh... Me lo sono chiesto pure io spesso, perché ai miei rifiuti gli altri mi sembravano quasi incavolarsi che non andavo!
Mi aiuta tantissimo, le sarò grata per sempre.
E perché hai smesso di andare da quella terapeuta? Pensavi di aver finito o c'è altro?
E ora sto come prima.
Probabilmente perché quel percorso che avevi iniziato, anche se era arrivato a buon punto non era concluso! ;)
Non dovresti, così come non dovresti mai sentirti in colpa per questa fobia.
Tra due mesi mi laureo in medicina e chirurgia. Sono fiera di cosa ho fatto, sono per la prima volta nella mia vita orgogliosa di me.
Fai bene a sentirti fiera e orgogliosa! Sei bravissima! E' un traguardo importante! :)
La prima volta che ho tenuto la testa di una ragazzina che vomitava l'ho reputato un enorme successo.
E lo è stato!
Questo, come la laurea, devi ricordarti di tutti i successi che ottieni! Sempre!!!
Un abbraccio
V.
Un abbraccio a te e benvenuta! :)
 
Non riesci ancora a vincere su di te perché hai interrotto, se ho ben capito, la terapia, why?
Hai avuto una ricaduta, invece pensala in questo modo, guarda i progressi!! Cioè da come scrivi sembrerebbe che tu abbia superato NON poco, TANTO. Non buttarti giù, per me è una leggera ricaduta, e se tornassi a finire sarebbe più fattibile :)
Hai lavorato sulla percezione degli altri, ma ti manca te stessa, vincere se stessi è il passo più arduo, se non ci comprendiamo noi... Voglio dire :)
Ti stai per laureare, è una bella cosa, nel lavoro che ti limitava per colpa del vomito, HAI FATTO MOLTISSIMO, credimi. Ma hai ancora dei piccoli steps per finire a mio avviso :) E quello che tu credi un sono tornata indietro, NON E' COSI?! Devi solo finire qualcosa che ti blocca e lo sai solo tu fondamentalmente ;)

ho interrotto la terapia per due motivi... per studio mi sono dovuta trasferire e torno a casa solo quando posso, quindi lontana anche dalla psicoterapeuta e non saprei a chi rivolgermi nella citta dove sono ora.. e perché... a 27 anni ancora studio e non volevo che i miei genitori mi mantenessero anche in questo... mi sento un pò in colpa..
grazie mille per le tue parole e per avermi dedicato 5 minuti :) hai ragione tu non si può lasciare a metà un percorso così difficile...
 
Ciao vale

Che dire, i miei complimenti! Innanzitutto per la laurea in sé che è un gran bel traguardo (che specializzazione vorresti prendere dopo? :) ) e soprattutto per quella laurea, quella che volevi e che non hai permesso alla fobia di precluderti. Non tutti sono capaci di andare così in fondo, tanti qui avrebbero voluto fare medicina e poi hanno desistito.

Io ho una grandissima stima per chi, qui in questo forum, non si è fatto fermare dalla fobia nel campo lavorativo. Negli anni qui sono passati, e alcuni ancora ci sono, medici, infermieri, ostetriche, maestre d'asilo... tutti mestieri che ti obbligano a coesistere con il vomito, e tutti mestieri che, con tutte le difficoltà, voi portate avanti per passione, e non è da tutti.

Pensa a come ti sentivi la prima volta che una persona ha vomitato in ambulanza e a come ti senti ora in quelle situazioni. Se è tutto cambiato in quel senso, perchè non dovrebbe cambiare anche nella tua paura per il tuo stomaco?

Hai già fatto un grossissimo, enorme, macroscopico, gigantesco cambiamento, quindi puoi certamente andare un po' più in là.
Io continuerei la terapia, la riprenderei, andrei a fondo fondo, perchè tu hai già toccato con mano la sensazione di non avere più paura di una cosa che prima ti faceva paura, quindi sai che puoi farcela, ti serve solo l'appoggio giusto ;)

Riguardo a quello che dici alla fine, perchè ti vergogni? Perchè pensi che ci sia qualcosa di cui vergognarsi nell'avere una fobia?

(domanda non impertinente eh, te la sto ponendo perchè ci possa riflettere su ;) )

Cara Wendy, grazie, davvero.. penso Che se non avessi avuto questo obiettivo sarei ancora al punto di partenza con l'emetofobia. é stata un'enorme e difficile sfida. se mai qualcuno leggerà il mio post e avesse i miei stessi obiettivi sarei felicissima di aiutarlo ad affrontare tutto questo.
Dopo vorrei intraprendere la specialità in chirurgia generale :) e se superassi la fobia su di me ed entrassi in specialità potrei dire di avere tutto :) che sogno
Ci sto seriamente pensando a ricominciare la terapia... da qualche parte nel forum esiste una lista di psicoterapeuti nelle grosse città a cui potersi rivolgere?

Sai perchè mi vergogno? Perche ho paura che la gente non possa comprendere. Ho scoperto che la fobia ha un nome molti anni dopo averla manifestata e io stessa credevo di essere pazza o di essere strana (è normale?)... e poi non saprei nemmeno in che occasione dirlo... agli amici per esempio... "ehi ciao sono emetofobica " possibile risposta "eh vabbe a chi non fa schifo il vomito" ...... di solito è questo che sento rispondere, come a sdrammatizzare o sminuire la cosa... :(
 
Probabilmente già questo potrebbe essere un argomento da affrontare in una terapia. ;)

Mamma mia, mi hai ricordato esattamente come stavo io. Mangiare per me è sempre stato un piacere, tranne quando dovevo farlo fuori o con altre persone.

Eh... Me lo sono chiesto pure io spesso, perché ai miei rifiuti gli altri mi sembravano quasi incavolarsi che non andavo!

E perché hai smesso di andare da quella terapeuta? Pensavi di aver finito o c'è altro?

Probabilmente perché quel percorso che avevi iniziato, anche se era arrivato a buon punto non era concluso! ;)

Non dovresti, così come non dovresti mai sentirti in colpa per questa fobia.

Fai bene a sentirti fiera e orgogliosa! Sei bravissima! E' un traguardo importante! :)

E lo è stato!
Questo, come la laurea, devi ricordarti di tutti i successi che ottieni! Sempre!!!

Un abbraccio a te e benvenuta! :)

Mi piace questa botta risposta :D grazie anche a te per avermi dedicato del tempo! Ho letto su altri post che sei riuscito "ad uscirne" e volevo farti i complimenti. Questo forum è una bella forza per chi si sente solo nella sua fobia. Grazie a voi che lo gestite e che dedicate sempre 5 minuti a noi novellini :) credo che da oggi inizierò a pensare seriamente ad una nuova terapia... scusami la domanda... ma tu che "ora stai bene" (immagino da quello che ho letto) ti capita mai di avere " delle ricadute" ? Non è più il tuo primo pensiero al mattino?
 
Perche ho paura che la gente non possa comprendere.
La gente può non comprendere questa fobia e le nostre sofferenze. Non vivendola non sanno cosa proviamo noi. Ma non devi mai concentrarti sugli altri. Devi pensare a quello che vivi e senti tu.
Tu, l'hai compresa? Hai compreso cos'è per te l'emetofobia?
Grazie a voi che lo gestite e che dedicate sempre 5 minuti a noi novellini
Ma scherzi, tra noi non ci sono differenze. Siamo una famiglia allargata. ;)
ti capita mai di avere " delle ricadute" ? Non è più il tuo primo pensiero al mattino?
Quando arrivi alla fine di un percorso terapeutico hai compreso tutte le sofferenze e le cause dietro la fobia. Avrai imparato nel corso del tempo tutti i metodi per capire te stesso e capire come affrontare le future situazioni di ansia, anche diverse dall'emetofobia.
Io sono una persona ansiosa, lo sono sempre stato. Così come sono emotivo.
Ma ho imparato a vivere le mie emozioni. Ad accettarle e ad accertarmi.
Non penso più al vomito come qualcosa di patologico. Mi fa schifo come lo fa a tutti, emetofobici e non.
Non mi privo più di nulla, penso sempre che saprò affrontare ogni situazione. Non mi interessa se qualcuno ha il virus, se dovrò mangiare fuori, non mi interessa perché faccio ciò che sento e che voglio.
Non mi giudico, non giudico niente e nessuno. Mi interessa stare bene e vivere bene. Dopo tanti tanti anni.
Se anche fosse che dovessi avere qualche avvisaglia fobica, non sarebbe una ricaduta, ma è semplicemente un segnale che c'è qualcosa di cui prendermi cura.
L'emetofobia diverrebbe da nemica, a alleata.
È la consapevolezza di ciò che sono e di ciò che posso essere e fare.
La strada che porta alla uscita da questa fobia è diversa per tutti, ma è una strada che esiste per tutti. Non è facile spesso, ma è sicuramente percorribile, con il giusto aiuto. Vale per tutti, anche per te, ovviamente. ;)
Spero di averti risposto. :)
 
La gente può non comprendere questa fobia e le nostre sofferenze. Non vivendola non sanno cosa proviamo noi. Ma non devi mai concentrarti sugli altri. Devi pensare a quello che vivi e senti tu.
Tu, l'hai compresa? Hai compreso cos'è per te l'emetofobia?

Ma scherzi, tra noi non ci sono differenze. Siamo una famiglia allargata. ;)

Quando arrivi alla fine di un percorso terapeutico hai compreso tutte le sofferenze e le cause dietro la fobia. Avrai imparato nel corso del tempo tutti i metodi per capire te stesso e capire come affrontare le future situazioni di ansia, anche diverse dall'emetofobia.
Io sono una persona ansiosa, lo sono sempre stato. Così come sono emotivo.
Ma ho imparato a vivere le mie emozioni. Ad accettarle e ad accertarmi.
Non penso più al vomito come qualcosa di patologico. Mi fa schifo come lo fa a tutti, emetofobici e non.
Non mi privo più di nulla, penso sempre che saprò affrontare ogni situazione. Non mi interessa se qualcuno ha il virus, se dovrò mangiare fuori, non mi interessa perché faccio ciò che sento e che voglio.
Non mi giudico, non giudico niente e nessuno. Mi interessa stare bene e vivere bene. Dopo tanti tanti anni.
Se anche fosse che dovessi avere qualche avvisaglia fobica, non sarebbe una ricaduta, ma è semplicemente un segnale che c'è qualcosa di cui prendermi cura.
L'emetofobia diverrebbe da nemica, a alleata.
È la consapevolezza di ciò che sono e di ciò che posso essere e fare.
La strada che porta alla uscita da questa fobia è diversa per tutti, ma è una strada che esiste per tutti. Non è facile spesso, ma è sicuramente percorribile, con il giusto aiuto. Vale per tutti, anche per te, ovviamente. ;)
Spero di averti risposto. :)

Non potevi rispondermi meglio. Credo che ti ascolterei per ore
 
Sono sul treno, leggo le tue parole e...mi metto a piangere, perché mi toccano fortemente. Ti capisco, eccome se ti capisco. Il lavoro che svolgi ti costringe a star a contatto con la causa della tua fobia. È dura, è dura.. lo so. Ma, hai tenuto duro (scusa il gioco di parole). È bellissimo! Hai messo da parte la tua fobia per quel lavoro, per ciò che sogni. Io sono una maestra d'asilo, e purtroppo mi capita spesso di dover assistere a episodi di vomito. All'inizio credevo di impazzire. Poi mi son detta "o scappo, o faccio qualcosa per cambiare la situazione". Allora mi convinsi, anche grazie a diverse persone di questo forum, di andare in terapia. Ora va meglio, riesco a sopportare la cosa se son costretta a farlo. Su di me ho ancora problemi, come dici tu. Ma sto continuando con la terapia. Probabilmente hai sbagliato ad interromperla, sai? Ti stava aiutando e ancora ti sarebbe servita. Hai pensato di riprenderla?
Comunque sí, la gente spesso non comprende...ma noi non lo possiamo pretendere. Dobbiamo innanzitutto comprenderci noi. Personalmente ho capito che ció che mi crea maggior preoccupazione non sia tanto il fatto che gli altri non capiscano. Bensì, ció che potrebbero pensar di me se io ne parlassi. Perché generalmente l'emetofobico ha paura del giudizio altrui. (Ex. Se non ci fosse un bagno e fossi obbliagata a doverlo fare davanti a tutti, cosa penserebbe la gente?)
Ad ogni modo, qui è pieno di gente che ti capisce e di cui non devi preoccuparti del giudizio. Ben arrivata tra noi ;)
 
Cominciate pure a chiamarci zio re e zia Wendy :D
Vero, questa è una bella famiglia da tanti anni, e la sola cosa che ci rende contenti e soddisfatti di questo forum è vedere che vi è utile! :)

Vale, non capiranno mai a fondo, come ha detto anche sua maestà. Per esperienza ho visto che molti non capiscono, rispondono che il vomitò fa schifo a tutti ecc... ma quindi? È davvero importante che ogni cosa che ci riguarda sia capita a fondo da tutti?

Io, per esempio, l'ho sempre detto. Chi mi conosce lo sa. Non tutti hanno capito, qualcuno sminuisce. I miei stessi genitori per tanto tempo non hanno capito. E non è un problema per me che non tutti capiscano. Mi indispone che non capisca chi mi è davvero vicino, ma per il resto no. E io bado molto (troppo) al giudizio altrui, è uno degli aspetti sui quali lavoro in terapia, eppure questa cosa sono riuscita a scrollarmela di dosso presto, e ce la farai anche tu. Non è una cosa che deve farti vergognare, non sei la sola che ha una debolezza, e chi non capisce le tue, comunque, ha le sue
 
Sono sul treno, leggo le tue parole e...mi metto a piangere, perché mi toccano fortemente. Ti capisco, eccome se ti capisco. Il lavoro che svolgi ti costringe a star a contatto con la causa della tua fobia. È dura, è dura.. lo so. Ma, hai tenuto duro (scusa il gioco di parole). È bellissimo! Hai messo da parte la tua fobia per quel lavoro, per ciò che sogni. Io sono una maestra d'asilo, e purtroppo mi capita spesso di dover assistere a episodi di vomito. All'inizio credevo di impazzire. Poi mi son detta "o scappo, o faccio qualcosa per cambiare la situazione". Allora mi convinsi, anche grazie a diverse persone di questo forum, di andare in terapia. Ora va meglio, riesco a sopportare la cosa se son costretta a farlo. Su di me ho ancora problemi, come dici tu. Ma sto continuando con la terapia. Probabilmente hai sbagliato ad interromperla, sai? Ti stava aiutando e ancora ti sarebbe servita. Hai pensato di riprenderla?
Comunque sí, la gente spesso non comprende...ma noi non lo possiamo pretendere. Dobbiamo innanzitutto comprenderci noi. Personalmente ho capito che ció che mi crea maggior preoccupazione non sia tanto il fatto che gli altri non capiscano. Bensì, ció che potrebbero pensar di me se io ne parlassi. Perché generalmente l'emetofobico ha paura del giudizio altrui. (Ex. Se non ci fosse un bagno e fossi obbliagata a doverlo fare davanti a tutti, cosa penserebbe la gente?)
Ad ogni modo, qui è pieno di gente che ti capisce e di cui non devi preoccuparti del giudizio. Ben arrivata tra noi ;)

Sei stata bravissima anche tu, capisco perfettamente cosa provi a lavorare in un asilo... dobbiamo tenere duro... io sono convinta a ricominciare la terapia.. tra l'altro giusto ora ho degli strani movimenti addominali e ansia annessa... leggere voi mi solleva il morale...
 
Non posso non condividere a pieno. Sono qui da un annetto quasi (prima nel vecchio forum) e davvero posso dire che ci si sente come in una seconda famiglia.
@vale7190 mi auguro sarà lo stesso anche per te ;)

Altroché! Da quando ho scritto il messaggio ho deciso di riparlarne con mio papà, mi sono sfogata un po' e sono stata senza ansia per ben 4 giorni (ultimamente è un successo) fino ad ora. credo che ora leggerò qualche vecchio post e commento per aiutarmi
 
Cominciate pure a chiamarci zio re e zia Wendy :D
Vero, questa è una bella famiglia da tanti anni, e la sola cosa che ci rende contenti e soddisfatti di questo forum è vedere che vi è utile! :)

Vale, non capiranno mai a fondo, come ha detto anche sua maestà. Per esperienza ho visto che molti non capiscono, rispondono che il vomitò fa schifo a tutti ecc... ma quindi? È davvero importante che ogni cosa che ci riguarda sia capita a fondo da tutti?

Io, per esempio, l'ho sempre detto. Chi mi conosce lo sa. Non tutti hanno capito, qualcuno sminuisce. I miei stessi genitori per tanto tempo non hanno capito. E non è un problema per me che non tutti capiscano. Mi indispone che non capisca chi mi è davvero vicino, ma per il resto no. E io bado molto (troppo) al giudizio altrui, è uno degli aspetti sui quali lavoro in terapia, eppure questa cosa sono riuscita a scrollarmela di dosso presto, e ce la farai anche tu. Non è una cosa che deve farti vergognare, non sei la sola che ha una debolezza, e chi non capisce le tue, comunque, ha le sue
Hai perfettamente ragione... ognuno ha il suo punto debole, anche se non si espone. Mi pare di capire che anche la paura del giudizio è un problema comune... sai.che rabbia... vedo il mio ragazzo che non sa cosa siano le paranoie, l'ansia... perche non posso essere cosi anch'io, anche noi..
 
Hai perfettamente ragione... ognuno ha il suo punto debole, anche se non si espone. Mi pare di capire che anche la paura del giudizio è un problema comune... sai.che rabbia... vedo il mio ragazzo che non sa cosa siano le paranoie, l'ansia... perche non posso essere cosi anch'io, anche noi..

Mah... nel mio caso il nucleo di tutto ha due nomi e due cognomi. Sono i miei genitori. Nasce tutto là purtroppo... e anche io mi sono chiesta tante volte "ma perchè non posso essere spensierata anche io?", poi però penso che questa domanda non è utile porsela, perchè in qualche modo tutti hanno pensieri, quindi tanto vale gestirci i nostri e via :)

Brava che hai parlato con tuo padre, vedrai che tutte queste piccole cose che facciamo daranno una mano a migliorare la situazione :)
 
@vale7190 anche a me aiuta molto seguire il forum quando mi trovo in uno dei miei "momenti no". Fai bene a riprendere la terapia, ti servirà ;)
 
Ciao e benvenuta!
Che dire... direi che un grande passo avanti lo hai fatto visto che il v.. degli altri non ti spaventa più!
Mi sembri una con le palle... vedrai che riuscirai a superare anche il resto :)
 
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