CHIARA80
Frequentante
Sono rientrata da poco nel forum.
Leggo, scrivo, rifletto.
Sono continuamente sollecitata, in tema di emetofobia, ho due bambini piccoli e in questa stagione si sa come possono andare certe cose.
Riesco a gestire la maggior parte delle mie ansie, dei pensieri brutti.
Faccio progressi nella consapevolezza e nella condivisione del problema.
Mi sono resa conto di essere franata nell'autoisolamento dopo aver chirurgicamente asportato ogni relazione o contatto che rischiassero di entrare nella sfera più privata e proibita... e così ho di nuovo aperto le frontiere e sto provando con impegno, ma soprattutto con gioia e entusiasmo autentici, a ritrovare rapporti, amicizie, conoscenze.
Eppure la notte non dormo.
Non dormo mai.
Metto a letto i bambini poi mi dedico alla lettura, alla tv, a qualche lavoro o faccenda da finire... sopraggiunge il sonno e corro a letto dove crollo immediatamente.
Dopo un paio d'ore il mio cervello si riattiva e inizia la battaglia quotidiana.
Resto sveglia.
Mi aggiro.
Controllo i bambini.
Torno a letto.
Mi appisolo, dopo venti minuti riapro gli occhi e ricomincio da capo. Fino al mattino.
Così nelle notti buone.
In quelle così così, tipo adesso, vengo svegliata nella prima fase di sonno profondo, da uno dei miei figli che si alza per un sogno, per fare la pipì o bere un sorso d'acqua...loro riprendono il sonno. Io non chiudo più occhio.
Mi siedo in poltrona nella cameretta.
Li guardo dormire.
Dopo un po' mi sforzo di tornare nel mio letto.
Ma sento ogni rumore.
Il ritmo del respiro che cambia, una coperta che si sposta.
Mi rialzo, torno in camera loro e resto lì. Sotto una copertina a gelare e fracassarmi le ossa.
So perfettamente che la mia paura è che stia per succedere qualcosa.
Che possano stare male (loro, non io).
Ma so ormai anche riconoscere che in certi momenti la paura non è scatenata dal pensiero che accadrà qualcosa.
È solo l'idea.
Ho tutti i muscoli del corpo contratti. Sono lucida, respiro...ma non riesco a rilassarmi e non riesco a dormire.
So che verso le cinque o le sei del mattino riuscirò a crollare profondamente per un altro breve periodo, ma la sveglia suona prima delle sette e il primo pensiero di domani sarà:" voglio tornare a letto".
E domani sera, notte, invece ricomincerà tutto da capo.
Di giorno sono attiva. Non ho momenti di crisi particolare tranne nel primo pomeriggio quando gli occhi mi si chiudono, ma devo lavorare.
Poi vado a prendere i bambini e con loro passo il resto della giornata.
Nei periodi brutti il tardo pomeriggio invernale è un momento difficile da gestire... ma adesso sto bene e tutto scivola via allegro fino al momento di andare a letto.
Poi ricomincia il supplizio.
Faccio il punto della situazione qui, per confrontarmi. Per avere qualche spunto. Perché mi chiedo quanto ancora potrò resistere. Mi assale la paura di essere una mina vagante sul punto di esplodere.
Leggo, scrivo, rifletto.
Sono continuamente sollecitata, in tema di emetofobia, ho due bambini piccoli e in questa stagione si sa come possono andare certe cose.
Riesco a gestire la maggior parte delle mie ansie, dei pensieri brutti.
Faccio progressi nella consapevolezza e nella condivisione del problema.
Mi sono resa conto di essere franata nell'autoisolamento dopo aver chirurgicamente asportato ogni relazione o contatto che rischiassero di entrare nella sfera più privata e proibita... e così ho di nuovo aperto le frontiere e sto provando con impegno, ma soprattutto con gioia e entusiasmo autentici, a ritrovare rapporti, amicizie, conoscenze.
Eppure la notte non dormo.
Non dormo mai.
Metto a letto i bambini poi mi dedico alla lettura, alla tv, a qualche lavoro o faccenda da finire... sopraggiunge il sonno e corro a letto dove crollo immediatamente.
Dopo un paio d'ore il mio cervello si riattiva e inizia la battaglia quotidiana.
Resto sveglia.
Mi aggiro.
Controllo i bambini.
Torno a letto.
Mi appisolo, dopo venti minuti riapro gli occhi e ricomincio da capo. Fino al mattino.
Così nelle notti buone.
In quelle così così, tipo adesso, vengo svegliata nella prima fase di sonno profondo, da uno dei miei figli che si alza per un sogno, per fare la pipì o bere un sorso d'acqua...loro riprendono il sonno. Io non chiudo più occhio.
Mi siedo in poltrona nella cameretta.
Li guardo dormire.
Dopo un po' mi sforzo di tornare nel mio letto.
Ma sento ogni rumore.
Il ritmo del respiro che cambia, una coperta che si sposta.
Mi rialzo, torno in camera loro e resto lì. Sotto una copertina a gelare e fracassarmi le ossa.
So perfettamente che la mia paura è che stia per succedere qualcosa.
Che possano stare male (loro, non io).
Ma so ormai anche riconoscere che in certi momenti la paura non è scatenata dal pensiero che accadrà qualcosa.
È solo l'idea.
Ho tutti i muscoli del corpo contratti. Sono lucida, respiro...ma non riesco a rilassarmi e non riesco a dormire.
So che verso le cinque o le sei del mattino riuscirò a crollare profondamente per un altro breve periodo, ma la sveglia suona prima delle sette e il primo pensiero di domani sarà:" voglio tornare a letto".
E domani sera, notte, invece ricomincerà tutto da capo.
Di giorno sono attiva. Non ho momenti di crisi particolare tranne nel primo pomeriggio quando gli occhi mi si chiudono, ma devo lavorare.
Poi vado a prendere i bambini e con loro passo il resto della giornata.
Nei periodi brutti il tardo pomeriggio invernale è un momento difficile da gestire... ma adesso sto bene e tutto scivola via allegro fino al momento di andare a letto.
Poi ricomincia il supplizio.
Faccio il punto della situazione qui, per confrontarmi. Per avere qualche spunto. Perché mi chiedo quanto ancora potrò resistere. Mi assale la paura di essere una mina vagante sul punto di esplodere.