• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

La mia esperienza con l’emetofobia

Beatrice00

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Ciao a tutti/e! Mi presento: sono Beatrice e ho 20 anni. Sono nuova di questa Community e sono molto contenta di aver trovato un gruppo di persone come me, che possono capirmi al 100%, perché per quanto gli altri ci provino, non ne saranno mai in grado non provando in prima persona questo tipo di fobia... Soffro di questa fobia da quando nel 2010, quindi quando avevo 10 anni, sono stata male e in quel momento avevo paura di morire soffocata. Da quel giorno non ho più v****ato e ogni volta che ho nausea, crampi, che sento qualcosa in gola mi agito tantissimo, talvolta sono capitati attacchi di panico e di ansia. Questa ansia arriva anche quando vedo/sento altri stare male, pensate che mi succede pure per i film, c’è chi si copre gli occhi quando nei film c’è del sangue e io invece me li copro se in un film qualcuno sta v*****ndo. A ottobre ho iniziato l’università (studio psicologia pensate un po’) e verso novembre, ogni sera o prima o dopo cena, sono iniziati a comparire dei malesseri alla pancia che mi hanno portato a mangiare davvero poco a cena e questo per me è un problema perché io sono già di mio molto magra. Questo mi capita solo di sera, alla mattina e al pomeriggio non sto male e mangio normalmente, ma alla sera è uno strazio... Non mi capita tutte le sere, ma molte volte si. Alcune volte ho come l’impressione di dover v*****re e allora inizio a tremare e mi viene da piangere al solo pensiero che possa accadere. Ho anche iniziato ad andare dalla psicologa perché pensavo che queste nausee/crampi serali fossero scaturiti dall’ansia universitaria e invece anche finita la sessione d’esame questi problemi hanno continuato a presentarsi. Ho fatto le analisi del sangue due volte, la dottoressa mi ha prescritto ********* da prendere prima dei pasti, eppure ogni tanto alla sera mi vengono questi problemi alla pancia e li vivo molto male e con molta paura, perché è come se si mettesse un aracnofobico di fronte ad un ragno per un’ora o due, il punto è che la persona aracnofobica può scappare da ciò che gli provoca la fobia mentre con la nostra fobia purtroppo questo non è possibile. Ci troviamo di fronte alla nausea e dobbiamo cercare di rassegnarci finché non passa. Io lo so che la maggior parte delle volte mi agito per nulla, perché ho sempre paura di v****are ma alla fine ogni volta non succede mai, eppure ogni sera mi dico “e se questa fosse la volta buona?”. Mi chiedo: ma è vero che noi emetofobici abbiamo una sorta di resistenza al v***to e riusciamo a “trattenerlo”? Io non lo so se quando sto male devo davvero v****are oppure è solo mal di pancia e basta perché comunque essendo che non mi capita da molti anni, non so più quali sono le sensazioni che precedono l’atto... Non riesco proprio lontanamente ad immaginarmi che v****o, mi viene la pelle d’oca a pensarci. Vorrei guarire da questa fobia ma allo stesso tempo non vorrei, perché ciò significherebbe riuscire ad accettare di v*****re e io non voglio che capiti MAI. Scusate se mi sono dilungata ma avevo proprio bisogno di sfogarmi e raccontare ciò che provo a persone che vivono la stessa fobia che ormai mi accompagna dalle elementari. Grazie per la lettura❤️
 
Ciao Beatrice, io sono dentro questa follia dell'emetofobia da più di 20 anni (ho 39 anni ed è iniziata verso i 17/18) quindi comprendo benissimo ciò che dici, tutte quelle cose che ti sembrano pazzesche e che avrai pensato di essere l'unica persona al mondo a vivere.
E' un tratto comune per gli emetofobici vomitare poco o niente. Molti dicono che sbloccandosi poi ci si desensibilizza ma a me non è successo. Anche io non vomito quasi mai, però ogni 3/4 anni quando capita di prendere il virus influenzale pesante mi capita ma questa esperienza non ha cambiato nulla.
L'incertezza è la cosa che spaventa di più, il non sapere più riconoscere la nausea indotta da pensieri ansiosi da quella indotta da un reale malessere fisico e il dubbio che questa volta succeda davvero. Sempre così, non cambia mai, dopo vent'anni sempre questa situazione.
Impossibile far capire agli altri quanto questa fobia condizioni enormemente ogni ambito della propria vita, quanto ogni scelta, anche la più banale, sia sempre influenzata da questo problema.
E poi c'è una cosa che forse è l'unica peggiore del malessere in sè: non poterne parlare con nessuno. Ormai è più che assodato che chi non ci passa in prima persona non potrà mai capire cosa significa.
Però adesso siamo qua, per quanto possibile proviamo a darci una mano. :)
 
Grazie Ben, sono molto contenta di potermi confrontare con persone come te che mi capiscono a pieno e possano consigliarmi come nessun altro potrebbe fare! Io ero convinta che noi emetofobici riuscissimo in qualche modo a trattenere il v. Ma ora che mi hai detto che quando sei stato colpito dal virus, hai v****ato, mi sono un po’ “sconfortata” diciamo. Allora forse è davvero un qualcosa che, come dicono, non si può controllare, e se succede deve capitare e basta perché va oltre il nostro controllo... Io in realtà pensavo davvero si potesse trattenere con tanta ma davvero tanta forza di volontà, ma forse non è così e forse tutte quelle volte che ero convinta sarebbe successo ma ho cercato di controllami, non erano in realtà vere situazioni in cui avrei potuto v******e... Pensare che davvero mi potrebbe succedere un giorno mi fa rabbrividire, non riesco ad accettare affatto l’immagine di me al bagno che v****o.
 
Ciao Beatrice :)
la mia storia con l'emetofobia è di vecchia data anzi, come molti qui, posso dire che penso di soffrirne fin dal principio dei miei ricordi. Quello che forse è meno consueto, oppure l'ho semplicemente riscontrato meno (sono ancora in fase esplorativa della conoscenza di questo come problema sociale), è che gli effetti della fobia durante il corso degli anni sono molto cambiati. Un esempio per spiegarti è che se anni fa temevo che l'episodio di emesi fosse il mio adesso è l'eventualità che possa capitare agli altri vicino a me a spaventarmi di più.
La matrice, il punto cardine, è l'ansia... quel sottofondo di malessere nell'attesa che quel qualcosa "possa" accadere ancora più che accada realmente.
E come dite sia tu che Ben questo aspetto è ricorrente, in tutti noi ed è ciò che rende la fobia subdola perché sembra impossibile allontanarsene
il punto è che la persona aracnofobica può scappare da ciò che gli provoca la fobia mentre con la nostra fobia purtroppo questo non è possibile
L'incertezza è la cosa che spaventa di più, il non sapere più riconoscere la nausea indotta da pensieri ansiosi da quella indotta da un reale malessere fisico e il dubbio che questa volta succeda davvero. Sempre così, non cambia mai,
Per rispondere alla tua domanda e cioè se sia possibile trattenersi quando si sta male posso solo dirti che l'ultima volta che mi è capitato risale a più di vent'anni fa. Mi è capitato di beccare il virus gastrointestinale più volte negli ultimi anni (ho due figli piccoli), ma tutte le volte me la sono cavata... se così si può dire. Da questo a convincermi che sia riuscita a controllare il mio corpo non saprei però devo dire che la teoria secondo cui il nostro corpo risponda a certi stimoli psicologici la vorrei approfondire perché l'istinto mi dice che potrebbe essere vera.
In ogni caso sfruttiamo la grande opportunità di starci vicini anche se lontani. E raccontarci perché fa bene.
Un abbraccio,
C
P.s. e in bocca al lupo per i tuoi studi!!!!
 
Ciao a tutti/e! Mi presento: sono Beatrice e ho 20 anni. Sono nuova di questa Community e sono molto contenta di aver trovato un gruppo di persone come me, che possono capirmi al 100%, perché per quanto gli altri ci provino, non ne saranno mai in grado non provando in prima persona questo tipo di fobia... Soffro di questa fobia da quando nel 2010, quindi quando avevo 10 anni, sono stata male e in quel momento avevo paura di morire soffocata. Da quel giorno non ho più v****ato e ogni volta che ho nausea, crampi, che sento qualcosa in gola mi agito tantissimo, talvolta sono capitati attacchi di panico e di ansia. Questa ansia arriva anche quando vedo/sento altri stare male, pensate che mi succede pure per i film, c’è chi si copre gli occhi quando nei film c’è del sangue e io invece me li copro se in un film qualcuno sta v*****ndo. A ottobre ho iniziato l’università (studio psicologia pensate un po’) e verso novembre, ogni sera o prima o dopo cena, sono iniziati a comparire dei malesseri alla pancia che mi hanno portato a mangiare davvero poco a cena e questo per me è un problema perché io sono già di mio molto magra. Questo mi capita solo di sera, alla mattina e al pomeriggio non sto male e mangio normalmente, ma alla sera è uno strazio... Non mi capita tutte le sere, ma molte volte si. Alcune volte ho come l’impressione di dover v*****re e allora inizio a tremare e mi viene da piangere al solo pensiero che possa accadere. Ho anche iniziato ad andare dalla psicologa perché pensavo che queste nausee/crampi serali fossero scaturiti dall’ansia universitaria e invece anche finita la sessione d’esame questi problemi hanno continuato a presentarsi. Ho fatto le analisi del sangue due volte, la dottoressa mi ha prescritto ********* da prendere prima dei pasti, eppure ogni tanto alla sera mi vengono questi problemi alla pancia e li vivo molto male e con molta paura, perché è come se si mettesse un aracnofobico di fronte ad un ragno per un’ora o due, il punto è che la persona aracnofobica può scappare da ciò che gli provoca la fobia mentre con la nostra fobia purtroppo questo non è possibile. Ci troviamo di fronte alla nausea e dobbiamo cercare di rassegnarci finché non passa. Io lo so che la maggior parte delle volte mi agito per nulla, perché ho sempre paura di v****are ma alla fine ogni volta non succede mai, eppure ogni sera mi dico “e se questa fosse la volta buona?”. Mi chiedo: ma è vero che noi emetofobici abbiamo una sorta di resistenza al v***to e riusciamo a “trattenerlo”? Io non lo so se quando sto male devo davvero v****are oppure è solo mal di pancia e basta perché comunque essendo che non mi capita da molti anni, non so più quali sono le sensazioni che precedono l’atto... Non riesco proprio lontanamente ad immaginarmi che v****o, mi viene la pelle d’oca a pensarci. Vorrei guarire da questa fobia ma allo stesso tempo non vorrei, perché ciò significherebbe riuscire ad accettare di v*****re e io non voglio che capiti MAI. Scusate se mi sono dilungata ma avevo proprio bisogno di sfogarmi e raccontare ciò che provo a persone che vivono la stessa fobia che ormai mi accompagna dalle elementari. Grazie per la lettura❤️
Ciao Beatrice e benvenuta nella Community! :)
Leggendo ciò che hai scritto, mi sono molto riconosciuta in te, soprattutto negli ultimi 4 anni, anni in cui la fobia si è risvegliata dopo una decina di riposo. Come te, la fobia era arrivata al culmine verso novembre 2019, mese triste, giornate corte, grigie e buie, inizio dei primi malanni stagionali e demotivazione alle stelle dal momento che ho scelto un percorso universitario sociale, per cui, diventando insegnante e, sapendo che nelle scuole gira di tutto(in termini di virus), pensavo avessi sbagliato tutto nella vita.
La situazione è migliorata grazie ad un farmaco prescrittomi dalla mia psicoterapeuta, con la quale ho iniziato un percorso EMDR che mi ha permesso di rielaborare ed "allontanare" l'evento traumatico (la fobia si è risvegliata proprio da un episodio spiacevole).

La cosa che mi incuriosisce è come, la fobia, tenda ad essere invalidante soprattutto la sera.
Credo che sia causata dal fatto che l'episodio di v si presenti soprattutto nelle ore serali/notturne. Anzi, ora che so che tanti stanno male di notte, vorrei proprio farne una ricerca sul motivo.

Tuttavia, per quanto riguarda la resistenza al vomito non ne sono così certa, o meglio, ci sono casi in cui il vomito può salvarci veramente la vita (es. intossicazione alimentare), ma sappiamo anche che è il nostro cervello che "comanda", quindi, se io mi impongo di Non v. magari questo comando tocca tutti gli altri organi interessati e mi blocca lo stimolo.
Sono tutte supposizioni.

Comunque, grazie per aver condiviso la tua storia. Qua troverai sempre un punto d'ascolto! :)

PS: in bocca al lupo per la fantastica facoltà che stai frequentando!!
 
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