• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Emetofobia e rinunce.

Trudy62

Esperto
Premium
Come ben sappiamo, la nostra "scomoda inquilina" emetofobia, ci porta spesso a fare delle rinunce.

Svanisce il piacere di godersi un buon piatto in compagnia,
la voglia di esplorare nuove località,
la curiosità di assaggiare cibi nuovi,
si può persino arrivare a rinunciare di svolgere un lavoro tanto desiderato ma ad "alto rischio".

Dopo questa brevissima premessa vorrei aprire con voi una sorta di "tavola rotonda" affinché possiate condividere qual è stata, per voi, la rinuncia più fastidiosa che la fobia vi ha condotto/vi sta portando a fare.

Parto io!
L'emetofobia mi sta portando a rinunciare a fare un viaggio nel cuore dell'Africa. Un bel Safari.
 
Ciao @Trudy62 , così su due piedi ti direi che la mia rinuncia più dolorosa è stata quella di decidere sul momento cosa mangiare, ovunque fossi. Prima di diventare emetofobica, non mi preoccupavo di dove e cosa avrei mangiato nel caso fossi stata fuori casa con gli amici o durante un viaggio, appunto; da quel momento in avanti, invece, cerco sempre di organizzare tutti i pasti fuori casa con una cura direi maniacale, non vedendo l'ora che quel momento sia finito per accertarmi che sia andato tutto bene, invece di pensare soltanto a godermelo e gustarmelo perchè comunque mi è sempre piaciuto mangiare.
 
La mia rinuncia più grande è essere di supporto alle persone a cui voglio bene quando stanno male. Sapere che un mio famigliare ha l'influenza intestinale mi fa pensare, dire o fare cose di cui mi vergogno tantissimo; non oso immaginare come mi comporterò in futuro quando staranno male il mio compagno o i miei figli.
 
Ciao @Trudy62 , così su due piedi ti direi che la mia rinuncia più dolorosa è stata quella di decidere sul momento cosa mangiare, ovunque fossi. Prima di diventare emetofobica, non mi preoccupavo di dove e cosa avrei mangiato nel caso fossi stata fuori casa con gli amici o durante un viaggio, appunto; da quel momento in avanti, invece, cerco sempre di organizzare tutti i pasti fuori casa con una cura direi maniacale, non vedendo l'ora che quel momento sia finito per accertarmi che sia andato tutto bene, invece di pensare soltanto a godermelo e gustarmelo perchè comunque mi è sempre piaciuto mangiare.
Ciao Eleonora! Siamo in due! Anch'io devo sapere il luogo dove si andrà a consumare il pasto, per capire se le varie pietanze nel menù possano contribuire a rendermi tranquilla. Es. se andiamo in una pizzeria sono più tranquilla rispetto ad un sushi bar, dato che il crudo.... :eek:
 
La mia rinuncia più grande è essere di supporto alle persone a cui voglio bene quando stanno male. Sapere che un mio famigliare ha l'influenza intestinale mi fa pensare, dire o fare cose di cui mi vergogno tantissimo; non oso immaginare come mi comporterò in futuro quando staranno male il mio compagno o i miei figli.
Ciao Obetta! Ti capisco! Anch'io assumo comportamenti imbarazzanti! Ad esempio, lavorando alla scuola elementare, se so che un bambino è stato male, vado in tilt e se vedo bambini avvicinarsi le mani alla bocca corro subito con il disinfettante, invitandoli a disinfettare. Questa necessità di tenere sotto controllo è estenuante...
 
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