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Ed eccomi qui..

Edmea Isaja

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Salve ragazzi. Per chi soffre di disturbi psichiatrici è difficile aggiungere anche l'ammissione di soffrire anche di questa patologia, nonostante lo si sappia dentro di sé da sempre. Ho ormai 36 anni e nessuno ha capito che soffro malamente di questa fobia nonostante le manifestazioni esagerate fin da bambina.
Inutile dire che come molti di noi ho avuto lutti e traumi ma sono sincera, questa fobia e rapporto problematico col mio stomaco lo avevo anche prima dei suddetti traumi.
Da piccola avevo spesso mal di pancia, non mangiavo nulla, lasciavo tutto i miei erano disperati, quando avevo i dolori mi stendevo di pancia sul freddo pavimento in marmo e avevo sollievo. Cosa che ora non farei neanche sotto pagamento temendo una congestione! In effetti ho vomitato spesso da bimba per i soliti virus, o per intossicazioni, mia madre era ansiosa e ipocondriaca e spesso avevo crisi di pianto convinta di dover vomitare perché avevo "mischiato" alimenti strani. O stavo ore in piedi sul water a sputare col senso di vomito convinta di dover rimettere. Se bevevo qualcosa da adolescente e stavo male restavo immobile nel letto pur di non vomitare, ma queste cose le conoscete già.
A parte l'infanzia in effetti nell'età più adulta ho vomitato solo due volte. Verso i 19 anni per una intossicazione in pizzeria (da denuncia) e circa tre anni fa per una gastroenterite mischiata da mia madre in un periodo in cui mi trovavo da lei. Onestamente dopo le varie crisi di vomito quella volta mi sentivo quasi meglio. Ormai rassegnata Come se la fobia forte fosse passata. Solo che non è andata così. Ogni volta in cui ho la nausea (sempre) o si fa più forte del solito, o lo stomaco fa tanti rumori mi parte la crisi di ansia. Mi parte anche se sono molto stanca. Altra mia fobia è svenire. Sono cose che non so perché collego. Forse per la perdita di controllo. Mangio in modo ambiguo. O mi imbottisco di dolci. O non mangio quasi nulla
 
Mi rispecchio molto sulla fobia di svenire e sulla questione di perdita di controllo. Mi è capitato spesso in passato di svenire x strada o cmq in pubblico. Le nausee immaginarie le ho ogni giorno in pratica ma la cosa su cui mi concentro è MAI SMETTERE DI MANGIARE, è una regola sacrosanta x me. Mangiare sano,mangiare un pò di tutto, mangiare anche quando non si ha voglia perchè si è troppo concentrati sulla propria fobia, mangiare anche quando è in corso la nausea, mai saltare i pasti ecc
 
Mi rispecchio molto sulla fobia di svenire e sulla questione di perdita di controllo. Mi è capitato spesso in passato di svenire x strada o cmq in pubblico. Le nausee immaginarie le ho ogni giorno in pratica ma la cosa su cui mi concentro è MAI SMETTERE DI MANGIARE, è una regola sacrosanta x me. Mangiare sano,mangiare un pò di tutto, mangiare anche quando non si ha voglia perchè si è troppo concentrati sulla propria fobia, mangiare anche quando è in corso la nausea, mai saltare i pasti ecc
Fai bene ed è saggio quello che dici. Anche io non mangiavo prima se avevo la nausea ma ora cerco di farlo anche se poco anche se ho mal di pancia. L'inverno poi con le sue influenze intestinali mi rende nervosa e la nausea aumenta per l'ansia. Un serpente che si morde la coda.
Ma è anche vero che il cervello pensa "se mangio poco o nulla non ho nulla che possa essere vomitato".
 
Ciao, mi rivedo (ovviamente) in alcune cose che hai raccontato, in particolare sul fatto di mangiare in modo ambiguo. Anche io, come te, mangio molti dolci e, paradossalmente li digerisco meglio rispetto al salato. I miei pasti "normali" si limitano al mattino e a pranzo, dopodiché dolci e schifezzine per tamponare la fame tutto il giorno; se la sera mangio salato, fatico a digerire (anche una banale fetta di pizza), mentre i dolci mi creano pochi problemi, e mi sono sempre chiesto come mai... Sicuramente queste abitudini peggiorano la nostra situazione, senza che riusciamo a rendercene conto. È appurato che mangiare troppi dolci faccia male, ma se il nostro cervello li reputa "sicuri", finiamo per convincerci che sia così, peggiorando di gran lunga la situazione. Diciamo che noi stessi non ci facilitiamo le cose con abitudini errate dettate dalla fobia.
 
Ciao, mi rivedo (ovviamente) in alcune cose che hai raccontato, in particolare sul fatto di mangiare in modo ambiguo. Anche io, come te, mangio molti dolci e, paradossalmente li digerisco meglio rispetto al salato. I miei pasti "normali" si limitano al mattino e a pranzo, dopodiché dolci e schifezzine per tamponare la fame tutto il giorno; se la sera mangio salato, fatico a digerire (anche una banale fetta di pizza), mentre i dolci mi creano pochi problemi, e mi sono sempre chiesto come mai... Sicuramente queste abitudini peggiorano la nostra situazione, senza che riusciamo a rendercene conto. È appurato che mangiare troppi dolci faccia male, ma se il nostro cervello li reputa "sicuri", finiamo per convincerci che sia così, peggiorando di gran lunga la situazione. Diciamo che noi stessi non ci facilitiamo le cose con abitudini errate dettate dalla fobia.
Hai assolutamente ragione.
Se stai ansiato o male, almeno a me accade così, anche del riso in bianco o cose innocue ti scombussolano perché lo sei già di tuo. Oggi ad esempio è una brutta giornata.
Subito dopo colazione sono andata due o tre volte in bagno "male". Mi sono sentita debole tutto il giorno con la paura di rimettere e ho preso solo un the col limone e pochi biscotti secchi. Poi di nuovo al bagno senso di debolezza e sono tornata a casa per mettermi a letto e avevo ansia stavo male poi son crollata un'oretta e stasera ho mangiato solo della fesa di tacchino.
 
Ciao, il timore della perdita di controllo può essere una causa. A questo, forse bisognerebbe investigare quanto di tua mamma (ansia e ipocondria) fa anche parte di te, magari hai "appreso" da lei questi meccanismi.
Per il resto l'ansia per un emetofobico è la quotidianità. A parte gestire la tua alimentazione, come allenti la tensione?
Benvenuta!
 
Poiché soffro di diverse patologie psichiatriche prendo psicofarmaci. Del resto ho il mio lavoro, la mia casa, come tutti. Grazie dell'accoglienza
 
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