• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Ciao a tutti

Ale94

Iscritto
Sono un ragazzo di 22 anni, studente universitario, soffro di una forma di emetofobia da non saprei dire quanto, troppo per potermi ricordare esattamente quando è cominciata.
Inizialmente credevo che il fatto di vomitare fosse un dramma per tutti, poi ho capito che per me lo era molto più che per gli altri. Quello che posso dire è che l'ho sempre vissuta in modo piuttosto positivo con gli le persone che mi circondano, nel senso che da quando ho realizzato di soffrire di questa fobia, inizialmente non ne parlavo perché non lo ritenevo necessario e poi quando se ne è presentata l'occasione, ho cominciato a "confessarlo" ai miei amici e alle persone che sono state in coppia con me, molto serenamente. Ritengo che questo sia un punto importante che mi permettere di vivere la mia situazione molto meglio: non sento il bisogno di nasconderlo, non ho paura di quello che gli altri potrebbero pensare o dire o del fatto che i miei amici possano fare delle battute a riguardo : è così e basta e lo sarà fino a quando ne soffrirò. Questo, oltre a farmi sentire meglio, risulta utile, perché le persone che mi circondano (almeno, le più sensibili hehe) possono capire se non mi sento bene, o se non me la sento di fare qualcosa o se si devono allontanare se stanno male per esempio. È una cosa che spero riusciate a fare tutti, perché è davvero utile e liberatorio.
Per quanto riguarda la mia fobia in sé, è evoluta molto e in diversi modi nel corso degli anni e continua a farlo. Vomitare non mi è mai piaciuto, lo so per certo, ho addirittura dei flash mentali di episodi spiacevoli associati al vomito di quando ero molto piccolo, è qualcosa che mi ha sempre segnato. La cosa si limitava ai momenti in cui stavo male. Non ho vomitato per qualche anno, fra i 7/8 e i 15 anni credo. Penso sia stato un virus rapido, qualcosa che non è durato molto, è andato tutto bene, mia madre è stata con me, ho gestito la cosa, ma avevo dimenticato come poteva farmi stare psicologicamente la sensazione di doverlo fare. A partire da quel momento, a poco a poco la paura di vomitare è diventato motivo di ansia.
È passato ancora molto tempo, prima di dover vomitare di nuovo, ma ho come cominciato ad avere l'impressione che le situazioni che hanno a che fare col vomito che mi circondano, si siano moltiplicate.
Da lì, dipende dai periodi. Posso non pensarci per qualche settimana e poi al minimo sentito dire di una persona che si è ammalata che ha avuto anche solo un contatto indiretto con qualcuno che ha avuto un contatto con me, mi fa andare nel pallone, mi sembra che la mia vita faccia schifo, che mi ammalerò di sicuro, di avere la nausea. Posso avere nausee psicologiche anche tutti i giorni per settimane. Mi capita di avere l'ansia di dover andare al ristorante, perché mi dico che sarebbe disastroso se durante la cena mi dovessi sentire male. Mi capita di andare in panico perché il bus è pieno e la signora in piedi davanti a me ha fa una smorfia sospetta, oppure di evitare il contatto con la persona che amo per una settimana e mezza perché è stata male o perché mi sono sentito male e non voglio che si prenda un eventuale virus. Mi faccio paturnie insensate sul fatto che se un giorno desidererò avere un figlio esiterei perché ovviamente un bambino è più esposto a virus ed ha lo stomaco più debole, e mi sento triste a pensare una cosa del genere.
Guardo le scadenze dei cibi e le rispetto rigorosamente, se qualcosa sta troppo tempo fuori dal frigo, viene buttato nella spazzatura. Mi lavo le mani dopo aver toccato qualsiasi cosa prima di mangiare anche solo un biscotto o di toccarmi la faccia o di toccare qualcosa in casa mia. Faccio attenzione prima dei viaggi. Prima di uscire la sera mi capita spesso di avere nausee incredibili assolutamente create per niente e dal nulla, parto da casa con gli antivomitivi in tasca e poi se riesco a distrarmi bene, passa tutto senza bisogno di nulla. Non vado a letto prima di aver digerito bene, ho il TERRORE di svegliarmi la notte per dover rimettere. Sono un maniaco dell'igiene, soprattutto perché voglio ridurre al minimo i germi che potrebbero potenzialmente farmi ammalare di qualcosa che comporti il vomitare (vabeh, il pulito poi di base mi piace :D). Ho una pulizia dentale esagerata, perché al minimo gustaccio mi viene il voltastomaco e mi preoccupo. Insomma, un sacco di cose di questo genere che mi stancano e che possono stancare chi mi sta intorno, ed è peccato, sento di non vivere la mia vita in modo leggero e spensierato al 100% a causa di tutto questo. Anche se ci sono momenti critici però, sono felice di non lasciare (quasi) mai che la fobia prenda totalmente il sopravvento sulla mia vita : non ho smesso di fare niente, di uscire, di andare a mangiare fuori, di prendere i mezzi pubblici, di stare dove ci sono tante persone, ecc. anche se a volte sono preoccupato, e questo è molto importante per me. Inoltre non abuso con gli antivomitivi, anche se ammetto che ogni tanto ne prendo uno nei momenti più difficili, ma solo se davvero non passa, non li prendo ogni volta che ne avrei voglia (anche perché se no ciao, ne prenderei quasi tutti i giorni in certi periodi) e mi rassicura sapere che la nausea nervosa così sparisce. Quindi ecco, cerco di tenerla a bada, a volte ci riesco e sono felice, altre volte riesco solo a pensare che un giorno o l'altro capiterà di nuovo e che sarà drammatico. Ciò che mi disturba di più è il fatto che il vomito sia difficilmente controllabile, si è obbligati a farlo quando arriva, è violento, è così e basta, poco importa cosa tu stia facendo, dove o con chi tu sia. Questo mi fa impazzire, a volte gestisco bene, altre meno, ma resto positivo e leggere i vostri messaggi mi fa bene e mi tocca molto, quindi cercherò di condividere delle cose con voi ogni tanto. Ultimamente purtroppo poi mi è capitato di dovermi confrontare con il dover vomitare più volte, quindi magari ci sarà occasione di condividere nelle esperienze, per avere un scambio sul mio e il vostro modo di vivere quel momento.
Un saluto a tutti,
Ale
 
Ciao, trovo molto utile la tua mossa di far sapere a tutti di questa fobia. Se non altro senza dover nascondere nulla eviti di avere ulteriori ansie legate a questo aspetto.
Quelli che applichi tu, come tutti noi, sono degli artifici per risolvere i problemi nel momento. Ma soluzioni più durature a lungo termine ne hai mai pensate (terapia psicologiche)? Benvenuto :)
 
Ciao Ale! Mi rivedo molto in quello che hai scritto, anche io faccio molte delle cose che fai tu per non sentirmi male. Nonostante non rinuncio nel fare quasi nulla (uscire con gli amici, viaggiare, mangiare al ristorante...), come hai detto tu sento di non vivere a pieno la mia vita perché so che un giorno capiterà. Cerco comunque di non pensarci 24h su 24, cerco di aiutarmi come posso. Sono d'accordo sul fatto di parlare di questa fobia alle persone che ci circondano, io se devo essere sincera non lo dico proprio a tutti tutti, solo alle persone delle quali mi fido di più ma comunque è una cosa che aiuta molto. Benvenuto :)
 
Nottambula presente! Questa presentazione assomiglia moltissimo alla mia che feci l'estate appena trascorsa, quando mi iscrissi al forum che vi era prima di questa community. Che dirti, io ero uguale a te. Dico ero, perché alcune di queste cose da te descritte non mi accadono piú da quando sto seguendo un percorso psicoterapeutico. Io al contrario tuo mi vergognavo terribilmente all'odea di raccontare a qualcuno della mia fobia, perciò tu sei un passo avanti rispetto a com'ero io. Questa é un'ottima cosa, perché significa che il giudizio altrui non ti condiziona cosí tanto. Ti preoccupa il fatto di andare a mangiare fuori, di frequentare posti affollati ma riesci comunque a far tutto senza proibizioni. Notevole. Non é da tutti. Ti senti in colpa quando la persona che ami si sente male e tu non riesci a starla vicino per paura di prenderti il virus, e questo é comprensibile. A me capita la stessa cosa quando il mio fidanzato sta male, ma lui conosce il mio problema e lo accetta. Credo che uno psicoterapeuta saprebbe farti superare al meglio questa fobia. Tu poi sei già piuttosto avanti, visti i passi che hai compiuto. Buona permanenza! Rivgoti pure a noi quando ne senti il bisogno
 
Grazie per i vostri messaggi di benvenuto :)
Devo dire che durante i periodi critici più lunghi, ho pensato più volte all'idea di rivolgermi ad uno specialista per farmi aiutare un po'. Nonostante questo, più ragioni mi frenano :
- Mi sembra di capire che la nostra sia una fobia poco riconosciuta, nel senso che la maggior parte degli specialisti, è già bello se sanno che cosa significhi la parola "emetofobia"
- Ho una vita poco compatibile con gli impegni settimanali fissi : sono molto impegnato con lo studio e nello stesso tempo mi sposto molto, studio fuori sede e mi divido fra 3 regioni lontane le une dalle altre. Quindi sarebbe difficile prendere appuntamenti fissi e costanti, rispetto a malapena quelli che ho.
- Il costo : come ogni studente sulla faccia della terra sono perennemente al verde :emoji_joy:
- Ho frequentato uno psicologo in passato per altri motivi (legati a dei disturbi del sonno) e nonostante il buon feeling instaurato, non ho ottenuto nessun risultato.

Però chissà, non escludo nulla. Qualcuno di voi segue una terapia ?

P.S.: mi scuso per i numerosi errori presenti nel mio primo messaggio, ero molto stanco e purtroppo si capisce hehe
 
Uhh figurati che io stavo scrivendo praticamente con un occhio chiuso e uno aperto, talmente la stanchezza alle 02:06 della notte passata...e mi sono accorta solo ora di come diamine ho scritto :emoji_joy: Comunque ti assicuro che non é necessario che un terapista conosca il tipo di fobia per guidarti nel percorso, ma che sia bravo nel suo lavoro. Non ha certo un costo da poco, questo é vero e sono necessarie sedute costanti (soprattutto nel primo periodo). Ma se ti si presenta la possibilità piú avanti, te lo consiglio vivamente. E credo di parlare a nome un po' di tutti qui dentro. Riguardo la tua esperienza passata, magari non avevi trovato la persona giusta a cui rivolgerti? Non sempre il terapeuta giusto si trova al primo tentativo ;)
 
Sì, può darsi che io non abbia trovato la persona adatta, hai ragione.
In ogni caso purtroppo come ho scritto per me in questo momento non è immaginabile un percorso terapeutico, proprio per problemi pratici...
Il fatto che tu dica che non è necessario che conosca la fobia invece è rassicurante, un ostacolo in meno.
 
Eh già..io ho trovato la terapista giusta dopo tre tentativi e nonostante mi stia aiutando molto ora sono seduta a tavola,a cena, con la nausea senza riuscire a mettere niente in bocca..e vallo a spiegare che non riesco a mangiare e che ho paura di vomitare..ci sto lavorando..ci lavorerò molto.. uffa
 
Devi farti forza Nena nei momenti come quelli, io cerco di tranquillizzarmi cercando di riconoscere la nausea nervosa. Inoltre in quei casi trovo che lo stomaco pieno sia paradossalmente più facile da gestire, nel senso che una volta che comincio a mangiare di solito sento come se tutto si mette in ordine, che il corpo riceve bene il cibo e che mi viene appetito, il ché mi tranquillizza. Da lì poi riesco magari a distrarmi e quindi a calmarmi e a godermi il pasto.
So che è dura, soprattutto se sei a tavola con altre persone e devi spiegare come ci metti un sacco a deciderti a mangiare o perché non ti vada nulla. Però prendi il tuo tempo, mangia lentamente masticando bene (che fra l'altro aiuta poi la digestione) e quando senti segnali positivi distenditi. Lo so che a parole è più semplice, ma è importante resistere per evitare che la fobia rovini un momento importante e piacevole come quello della cena.
 
@Ale94 ottimi consigli. Qui nella community ho parlato spesso del lavoro che faccio. Beh, lavoro in un asilo...il che per un emetofobico é davvero il colmo. Beh, sei attorniato dai virus ed io inizialmente credevo di non farcela. La prima volta che vidi un bambino vomitare stetti malissimo...volevo scappare e non potevo farlo. Lí compresi che avevo bisogno di aiuto, e andai da una psicoterapeuta. Se so che gira il virus gastrointestinale, sto in ansia...ma adesso riesco a gestire un po' meglio la situazione. Ci sono giornate in cui riesco a non lasciarmi sopraffare dalla fobia, ad altre volte in cui vince lei. Notti in cui riesco a dormire tranquilla, altre in cui mi prende la nausea e vado in panico. Riesco a gestire la siruazione meglio di prima, ma ancora ho da lavorarci su.
 
Sì, può darsi che io non abbia trovato la persona adatta, hai ragione.
In ogni caso purtroppo come ho scritto per me in questo momento non è immaginabile un percorso terapeutico, proprio per problemi pratici...
Il fatto che tu dica che non è necessario che conosca la fobia invece è rassicurante, un ostacolo in meno.
Il piccolo dubbio che mi viene da chiedermi, e da chiederti è...ma l'emetofobia stessa non è anch'essa per te un problema pratico? Forse dovresti cercare di incastrare un percorso terapeutico in mezzo i tuoi impegni. ;)
Sul fatto che non c'è bisogno che conosca l'emetofobia, vai tranquillo. Altrimenti ci sarebbe un terapeuta per ogni fobia...stiamo freschi. La bravura di un terapeuta e l'efficacia di una terapia vanno oltre il sintomo specifico, che altro non è che il risultato finale del problema. ;)

Eh già..io ho trovato la terapista giusta dopo tre tentativi e nonostante mi stia aiutando molto ora sono seduta a tavola,a cena, con la nausea senza riuscire a mettere niente in bocca..e vallo a spiegare che non riesco a mangiare e che ho paura di vomitare..ci sto lavorando..ci lavorerò molto.. uffa
Non devi spiegarlo, non è necessario. Devi continuare a lavorare come fai, con pazienza, senza scoraggiarti. Vedrai che riuscirai ad avere risultati, non mollare! :)
 
Sì, anche l'emetofobia è un problema pratico, a volte più, a volte meno. Nonostante questo credimi, non saprei davvero dove incastrare quest'impegno nella mia settimana in questo momento e soprattutto non ho proprio i mezzi finanziari da investirci.
 
Sui mezzi finanziari ovviamente non mi permetto di dire una virgola. Il tempo dobbiamo essere bravi noi a ritagliarlo, e supponendo che tu avessi i mezzi finanziari, e supponendo che tu iniziassi una terapia, magari riusciresti a trovare un accordo col tuo terapeuta, spiegandogli le tue difficoltà. Finché non ci proverai non lo saprai mai :)
 
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