Sono un ragazzo di 22 anni, studente universitario, soffro di una forma di emetofobia da non saprei dire quanto, troppo per potermi ricordare esattamente quando è cominciata.
Inizialmente credevo che il fatto di vomitare fosse un dramma per tutti, poi ho capito che per me lo era molto più che per gli altri. Quello che posso dire è che l'ho sempre vissuta in modo piuttosto positivo con gli le persone che mi circondano, nel senso che da quando ho realizzato di soffrire di questa fobia, inizialmente non ne parlavo perché non lo ritenevo necessario e poi quando se ne è presentata l'occasione, ho cominciato a "confessarlo" ai miei amici e alle persone che sono state in coppia con me, molto serenamente. Ritengo che questo sia un punto importante che mi permettere di vivere la mia situazione molto meglio: non sento il bisogno di nasconderlo, non ho paura di quello che gli altri potrebbero pensare o dire o del fatto che i miei amici possano fare delle battute a riguardo : è così e basta e lo sarà fino a quando ne soffrirò. Questo, oltre a farmi sentire meglio, risulta utile, perché le persone che mi circondano (almeno, le più sensibili hehe) possono capire se non mi sento bene, o se non me la sento di fare qualcosa o se si devono allontanare se stanno male per esempio. È una cosa che spero riusciate a fare tutti, perché è davvero utile e liberatorio.
Per quanto riguarda la mia fobia in sé, è evoluta molto e in diversi modi nel corso degli anni e continua a farlo. Vomitare non mi è mai piaciuto, lo so per certo, ho addirittura dei flash mentali di episodi spiacevoli associati al vomito di quando ero molto piccolo, è qualcosa che mi ha sempre segnato. La cosa si limitava ai momenti in cui stavo male. Non ho vomitato per qualche anno, fra i 7/8 e i 15 anni credo. Penso sia stato un virus rapido, qualcosa che non è durato molto, è andato tutto bene, mia madre è stata con me, ho gestito la cosa, ma avevo dimenticato come poteva farmi stare psicologicamente la sensazione di doverlo fare. A partire da quel momento, a poco a poco la paura di vomitare è diventato motivo di ansia.
È passato ancora molto tempo, prima di dover vomitare di nuovo, ma ho come cominciato ad avere l'impressione che le situazioni che hanno a che fare col vomito che mi circondano, si siano moltiplicate.
Da lì, dipende dai periodi. Posso non pensarci per qualche settimana e poi al minimo sentito dire di una persona che si è ammalata che ha avuto anche solo un contatto indiretto con qualcuno che ha avuto un contatto con me, mi fa andare nel pallone, mi sembra che la mia vita faccia schifo, che mi ammalerò di sicuro, di avere la nausea. Posso avere nausee psicologiche anche tutti i giorni per settimane. Mi capita di avere l'ansia di dover andare al ristorante, perché mi dico che sarebbe disastroso se durante la cena mi dovessi sentire male. Mi capita di andare in panico perché il bus è pieno e la signora in piedi davanti a me ha fa una smorfia sospetta, oppure di evitare il contatto con la persona che amo per una settimana e mezza perché è stata male o perché mi sono sentito male e non voglio che si prenda un eventuale virus. Mi faccio paturnie insensate sul fatto che se un giorno desidererò avere un figlio esiterei perché ovviamente un bambino è più esposto a virus ed ha lo stomaco più debole, e mi sento triste a pensare una cosa del genere.
Guardo le scadenze dei cibi e le rispetto rigorosamente, se qualcosa sta troppo tempo fuori dal frigo, viene buttato nella spazzatura. Mi lavo le mani dopo aver toccato qualsiasi cosa prima di mangiare anche solo un biscotto o di toccarmi la faccia o di toccare qualcosa in casa mia. Faccio attenzione prima dei viaggi. Prima di uscire la sera mi capita spesso di avere nausee incredibili assolutamente create per niente e dal nulla, parto da casa con gli antivomitivi in tasca e poi se riesco a distrarmi bene, passa tutto senza bisogno di nulla. Non vado a letto prima di aver digerito bene, ho il TERRORE di svegliarmi la notte per dover rimettere. Sono un maniaco dell'igiene, soprattutto perché voglio ridurre al minimo i germi che potrebbero potenzialmente farmi ammalare di qualcosa che comporti il vomitare (vabeh, il pulito poi di base mi piace ). Ho una pulizia dentale esagerata, perché al minimo gustaccio mi viene il voltastomaco e mi preoccupo. Insomma, un sacco di cose di questo genere che mi stancano e che possono stancare chi mi sta intorno, ed è peccato, sento di non vivere la mia vita in modo leggero e spensierato al 100% a causa di tutto questo. Anche se ci sono momenti critici però, sono felice di non lasciare (quasi) mai che la fobia prenda totalmente il sopravvento sulla mia vita : non ho smesso di fare niente, di uscire, di andare a mangiare fuori, di prendere i mezzi pubblici, di stare dove ci sono tante persone, ecc. anche se a volte sono preoccupato, e questo è molto importante per me. Inoltre non abuso con gli antivomitivi, anche se ammetto che ogni tanto ne prendo uno nei momenti più difficili, ma solo se davvero non passa, non li prendo ogni volta che ne avrei voglia (anche perché se no ciao, ne prenderei quasi tutti i giorni in certi periodi) e mi rassicura sapere che la nausea nervosa così sparisce. Quindi ecco, cerco di tenerla a bada, a volte ci riesco e sono felice, altre volte riesco solo a pensare che un giorno o l'altro capiterà di nuovo e che sarà drammatico. Ciò che mi disturba di più è il fatto che il vomito sia difficilmente controllabile, si è obbligati a farlo quando arriva, è violento, è così e basta, poco importa cosa tu stia facendo, dove o con chi tu sia. Questo mi fa impazzire, a volte gestisco bene, altre meno, ma resto positivo e leggere i vostri messaggi mi fa bene e mi tocca molto, quindi cercherò di condividere delle cose con voi ogni tanto. Ultimamente purtroppo poi mi è capitato di dovermi confrontare con il dover vomitare più volte, quindi magari ci sarà occasione di condividere nelle esperienze, per avere un scambio sul mio e il vostro modo di vivere quel momento.
Un saluto a tutti,
Ale
Inizialmente credevo che il fatto di vomitare fosse un dramma per tutti, poi ho capito che per me lo era molto più che per gli altri. Quello che posso dire è che l'ho sempre vissuta in modo piuttosto positivo con gli le persone che mi circondano, nel senso che da quando ho realizzato di soffrire di questa fobia, inizialmente non ne parlavo perché non lo ritenevo necessario e poi quando se ne è presentata l'occasione, ho cominciato a "confessarlo" ai miei amici e alle persone che sono state in coppia con me, molto serenamente. Ritengo che questo sia un punto importante che mi permettere di vivere la mia situazione molto meglio: non sento il bisogno di nasconderlo, non ho paura di quello che gli altri potrebbero pensare o dire o del fatto che i miei amici possano fare delle battute a riguardo : è così e basta e lo sarà fino a quando ne soffrirò. Questo, oltre a farmi sentire meglio, risulta utile, perché le persone che mi circondano (almeno, le più sensibili hehe) possono capire se non mi sento bene, o se non me la sento di fare qualcosa o se si devono allontanare se stanno male per esempio. È una cosa che spero riusciate a fare tutti, perché è davvero utile e liberatorio.
Per quanto riguarda la mia fobia in sé, è evoluta molto e in diversi modi nel corso degli anni e continua a farlo. Vomitare non mi è mai piaciuto, lo so per certo, ho addirittura dei flash mentali di episodi spiacevoli associati al vomito di quando ero molto piccolo, è qualcosa che mi ha sempre segnato. La cosa si limitava ai momenti in cui stavo male. Non ho vomitato per qualche anno, fra i 7/8 e i 15 anni credo. Penso sia stato un virus rapido, qualcosa che non è durato molto, è andato tutto bene, mia madre è stata con me, ho gestito la cosa, ma avevo dimenticato come poteva farmi stare psicologicamente la sensazione di doverlo fare. A partire da quel momento, a poco a poco la paura di vomitare è diventato motivo di ansia.
È passato ancora molto tempo, prima di dover vomitare di nuovo, ma ho come cominciato ad avere l'impressione che le situazioni che hanno a che fare col vomito che mi circondano, si siano moltiplicate.
Da lì, dipende dai periodi. Posso non pensarci per qualche settimana e poi al minimo sentito dire di una persona che si è ammalata che ha avuto anche solo un contatto indiretto con qualcuno che ha avuto un contatto con me, mi fa andare nel pallone, mi sembra che la mia vita faccia schifo, che mi ammalerò di sicuro, di avere la nausea. Posso avere nausee psicologiche anche tutti i giorni per settimane. Mi capita di avere l'ansia di dover andare al ristorante, perché mi dico che sarebbe disastroso se durante la cena mi dovessi sentire male. Mi capita di andare in panico perché il bus è pieno e la signora in piedi davanti a me ha fa una smorfia sospetta, oppure di evitare il contatto con la persona che amo per una settimana e mezza perché è stata male o perché mi sono sentito male e non voglio che si prenda un eventuale virus. Mi faccio paturnie insensate sul fatto che se un giorno desidererò avere un figlio esiterei perché ovviamente un bambino è più esposto a virus ed ha lo stomaco più debole, e mi sento triste a pensare una cosa del genere.
Guardo le scadenze dei cibi e le rispetto rigorosamente, se qualcosa sta troppo tempo fuori dal frigo, viene buttato nella spazzatura. Mi lavo le mani dopo aver toccato qualsiasi cosa prima di mangiare anche solo un biscotto o di toccarmi la faccia o di toccare qualcosa in casa mia. Faccio attenzione prima dei viaggi. Prima di uscire la sera mi capita spesso di avere nausee incredibili assolutamente create per niente e dal nulla, parto da casa con gli antivomitivi in tasca e poi se riesco a distrarmi bene, passa tutto senza bisogno di nulla. Non vado a letto prima di aver digerito bene, ho il TERRORE di svegliarmi la notte per dover rimettere. Sono un maniaco dell'igiene, soprattutto perché voglio ridurre al minimo i germi che potrebbero potenzialmente farmi ammalare di qualcosa che comporti il vomitare (vabeh, il pulito poi di base mi piace ). Ho una pulizia dentale esagerata, perché al minimo gustaccio mi viene il voltastomaco e mi preoccupo. Insomma, un sacco di cose di questo genere che mi stancano e che possono stancare chi mi sta intorno, ed è peccato, sento di non vivere la mia vita in modo leggero e spensierato al 100% a causa di tutto questo. Anche se ci sono momenti critici però, sono felice di non lasciare (quasi) mai che la fobia prenda totalmente il sopravvento sulla mia vita : non ho smesso di fare niente, di uscire, di andare a mangiare fuori, di prendere i mezzi pubblici, di stare dove ci sono tante persone, ecc. anche se a volte sono preoccupato, e questo è molto importante per me. Inoltre non abuso con gli antivomitivi, anche se ammetto che ogni tanto ne prendo uno nei momenti più difficili, ma solo se davvero non passa, non li prendo ogni volta che ne avrei voglia (anche perché se no ciao, ne prenderei quasi tutti i giorni in certi periodi) e mi rassicura sapere che la nausea nervosa così sparisce. Quindi ecco, cerco di tenerla a bada, a volte ci riesco e sono felice, altre volte riesco solo a pensare che un giorno o l'altro capiterà di nuovo e che sarà drammatico. Ciò che mi disturba di più è il fatto che il vomito sia difficilmente controllabile, si è obbligati a farlo quando arriva, è violento, è così e basta, poco importa cosa tu stia facendo, dove o con chi tu sia. Questo mi fa impazzire, a volte gestisco bene, altre meno, ma resto positivo e leggere i vostri messaggi mi fa bene e mi tocca molto, quindi cercherò di condividere delle cose con voi ogni tanto. Ultimamente purtroppo poi mi è capitato di dovermi confrontare con il dover vomitare più volte, quindi magari ci sarà occasione di condividere nelle esperienze, per avere un scambio sul mio e il vostro modo di vivere quel momento.
Un saluto a tutti,
Ale