• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

ciao a tutti! mi presento

melena_99

Iscritto
Ho appena scoperto questo forum e sono in un certo senso rassicurata nel leggere le vostre esperienze
Sono una ragazzi di quasi 20 anni e soffro di Emetofobia da quando sono piccola
non sono sicura di sapere da cosa è stata provocata ma so che fino ai 6/7 anni per esempio, soffrivo di mal di macchina e senza problemi mi “svuotavo” senza fare storie...poi improvvisamente qualcosa è cambiato e ricordo che quando avevo mal di pancia passavo le notti in bianco a piangere senza dire nulla ai miei genitori, avevo paura di essere in qualche modo giudicata. C’erano periodi, soprattutto quando girava il famoso virus a scuola, durante i quali non mangiavo niente. ricordo alcuni episodi quando partivo con i miei per qualche viaggio e magari sentivo un po’ male alla pancia, (causati solo dalla paura perchè non facevo più colazioni prima di partire) dove iniziavo a piangere urlando di voler tornare a casa.
crescendo gli episodi di panico si sono attenuati verificandosi non così frequentemente , ma quando si verificavano erano molto intensi.
ricordo che di notte non dormivo, tremavo e sudavo freddo per la paura.
da quando è iniziata la fobia ad ora la paura si è “concretizzata” in un solo episodio, dopo il quale sono perfino svenuta per il terrore.
Ora sono una fuori sede e in questo primo anno è capitato di avere attacchi di ansia, soprattutto quando ero in autobus in mezzo a tante persone
ne ho parlato anche con le mie amiche ma non penso che riescano a capirmi a pieno
per esempio qualche settimana fa ero a casa di una di queste mie amiche e c’era il fratello più piccolo che stava mangiando imboccato dalla madre...ad un certo punto inizia a tossire perchè gli era andato di traverso un pezzo di pasta, e sembrava stesse per vomitare
io mi sono irrigidita e sono diventata pallida
se fosse accaduto penso che sarei svenuta
è veramente destabilizzante tutto ció, vorrei prendere alla “leggera” il vomito come tutte le persone, ma ho paura che dovró conviverci per sempre
 
Quando leggo le esperienze di altre/i ragazze/i mi viene una voglia di abbracciarvi tutti che non avete idea. Un modo per dirvi “io vi capisco, cazzo!!” e anche per dire a me stessa che qualcun altro al mondo capisce me. Cara Malena, io 21 anni, quasi 22, e da quando ne ho compiuti 7 la maledetta emetofobia ha esordito, violentemente, nella mia vita. Non ricordo esattamente il trauma originario, con la psicologa riconduco il tutto ad un insieme di eventi e circostanze che mi hanno fatto sviluppare terrore pure alla vista, all’udito e al solo nominare il vomito o all’idea di poter avere nausea seguita effettivamente da un episodio. Il che mi ha portata a mettere in atto diversi comportamenti ossessivo-compulsivi, quali pensieri costanti sulla mia paura, messa in atto di strategie di evitamento (non mangiare, mangiare leggero e solo cibi considerati “da malati” perché più facilmente digeribili, chiedere costantemente a mia madre quanto tempo ci volesse per digerire una determinata pietanza, evitare i ristoranti come la peste, evitare mezzi pubblici, insonnia per paura di vomitare nel sonno..). Insomma, una tragedia. La fobia l’ho sempre tenuta nascosta, anche quando presa dal terrore mi venivano atracchi di ansia, esordiva un piano isterico e immotivato, sbiancavo al sentire colpi di tosse etc (proprio come te). Spesso quando sono cresciuta, attorno ai 10 anni è stata scambiata da alcuni per anoressia, ma questo è per via della disinformazione a riguardo, sono due cose ben distinte con cause e sintomi differenti e che necessitano di approcci e cura diversi. Attorno ai 13 anni ne ho parlato per la prima volta esplicitamente, con mamma, dopo che purtroppo il mio papà è venuto a mancare dopo un brutto male e non hai idea del sollievo di sentirmi compresa e dell’essermi liberata della vergogna. Attorno ai 16 anni si è attenuata nei confronti delle altre persone, dopo che ho assistito alcune amiche alle prese con vomito indotto da alcolici (a me mai capitato ovviamente). Il conoscere la causa del loro vomito mi dava la “tranquillità” per poter agire senza entrare nel panico totale e sentirmi svenire o morire di fronte alla cosa. Per quanto riguarda me invece... ho ancora fortemente paura di vomitare o di avere anche solo la nausea, per cui metto ancora in atto strategie come il mangiare poco o niente o solo determinati argomenti o assumere farmaci antiemetici solo a scopo precauzionale. Ma con la terapia cognitivo comportamentale, parlandone, accettandolo, ho fatto passi da gigante. Se ti va di condividere con me alcune tue esperienze ne sarei felice. Credimi aiuta, e non sai quanto. Un bacio, Olga
 
ciao Olga, mi fa piacere conoscerti! anche a me piacerebbe molto poterci abbracciare per trovare conforto e magari confrontarci a voce, visto che purtroppo attorno a me non ho persone nella mia stessa situazione, ed è veramente frustrante.
Io credo, da quello che ricordo, che l’episodio scatenante risalga alle elementari.
C’era la mia migliore amica dell’epoca che ebbe l’appendicite e venne ricoverata in ospedale poiché era andata in peritonite. Fortunatamente venne operata subito e guarì ma il padre il giorno stesso che venne ricoverata, venne da noi a scuola a raccontarci cosa era successo la mattina e mi colpì molto IL particolare del vomito. Infatti ci spiegó che a lei venne una fitta alla pancia dolorosissima e che inizió a vomitare senza fermarsi fino all’arrivo in ospedale. E penso che questo, aggiunto al fatto che, dopo qualche giorno andai a trovarla in ospedale, vedendola in quelle condizioni (si perchè per poco poteva anche non sopravvivere), mi abbia traumatizzata.
Ricordo vagamente i miei primi attacchi di panico causati dalla fobia ma quando accadevano non ne capivo la causa, mi sentivo strana e non sapevo cosa mi stesse accadendo. L’ho sempre considerata come una cosa strana che nessun’altro poteva provare. Mi ritrovavo infatti sempre alle elementari a parlare con una mia amica, ci stavamo confidando i segreti e ricordo perfettamente che lei mi chiese “qual è la tua più grande paura?”
io rimasi pietrificata per qualche minuto, volevo confessarglielo, liberarmi da quel segreto, ma non ci riuscì e mi inventai qualche altra paura.
purtroppo ancora oggi anche se ne ho parlato con alcune mie amiche, quando magari mi chiedono della fobia (magari esce il discorso) non riesco a spiegare esattamente come mi sento nel momento di panico, è veramente difficile cercare di far capire pienamente quello che si prova.
Sono sicura invece che tu puoi capirmi benissimo; se ti va raccontami qualche tua esperienza, un bacio!
Mariaelena (detta anche melena ahaha)
 
Ciao ragazze, anche io ho 20 anni e dal prossimo mese sarò anche io una fuori sede e avrò bisogno di tanta fortuna e speranza di non ottenere un alloggio in una doppia.
Mi conforta sapere che ci sono altre ragazze della mia stessa età alle prese con qualcosa con cui io non riesco a parlarne con nessuno, perché ogni volta che ci provo, mi sento fuori luogo e loro la prendono semplicemente con un che mi fa schifo, come se si parlasse di una cosa che non ti piace, niente di più. Mi ritrovo molto in quello che avete detto e anche io ho delle mie regole e fissazioni che se non rispetto vado in panico, conviverci non è facile, soprattutto in certe giornate. Anche io ho paura di portarmi per sempre dietro questo grosso fardello, vi sto vicina.
 
Quanto mi rincuora leggere le vostre esperienze e sapere che non sono da sola! Mi ritrovo davvero molto in quello che avete raccontato, almeno so di non essere l'unica in questa situazione... Ormai io vivo nel terrore e ho continui attacchi d'ansia, mangio pochissimo, ho comportamenti ossessivi e spesso questa mia situazione mi fa sentire davvero molto triste. A Settembre inizio la terapia, speriamo che ci siano dei miglioramenti dai... Intanto dico che vi sono vicina! "
 
Ragazze, so quanto sia difficile, ma parlarne è il primo piccolo passo per stare meglio e liberarsi dell’ossessione. Ho avuto un mega episodio proprio due sere fa, stavo cenando a casa del mio ragazzo ed ero a tavola con lui e i suoi, improvvisamente ho avuto la sensazione di stomaco pieno e automaticamente il mio cervello ha pensato “ecco, hai mangiato troppo, troppo in fretta..”, avevo ancora roba nel piatto ma non riuscivo a deflutire. Ormai ero in preda al panico, ma ovviamente di darlo a vedere non se ne parla. Ho iniziato a sudare, a sbiancare, il panico peggiore era l’idea di sbroccare o peggio amcora vomitare veramente davanti a tutti loro. Allora ho messo giù la scusa che avevo caldo e volevo un po’ d’aria e me ne sono scappata di sopra, in bagno.. vi giuro non provavo un panico così da un sacco, avevo la sensazione di impazzire solo a pensare che forse avrei vomitato. Poi mi sono detta che dovevo mantenere il controllo, che sono 15 anni che convivo con questi episodi e che posso controllarli, che era tutta ansia. Ho respiraro a fondo, e ho chiamato il mio ragazzo, che sa che ho questa fobia anche se come tutti non ne capisce fino in fondo la portata. E contemporaneamente ho scritto ai miei migliori amici dicendogli che mi sentivo male. Parlare, sfogarsi, e soprattutto piangere, in quei momenti, è salvifico. Nell’arco di 10 minuti la crisi mi è passata e come al solito anche la nausea, che si alimenta dell’ansia in un pessimo circolo vizioso. Quando vi capita di essere sconfortate alle prese con degli attacchi, parlate, piangete, scrivete qui a noi. Fregatevene se gli altri non capiscono e della vergogna, se fa bene a voi, esprimete ciò che sentite. E soprattutto, la terapia serve. Serve ve lo garantisco. Vado da due anni e sono passata da 1 crisi al giorno a una ogni 6 mesi. Facciamoci forza tra noi che sappiamo che significa avere questo problema, e credetemi, uscirne anche se poco alla volta, si può.
 
sono contenta di conoscervi e sapere che c’é qualcuno con cui potersi sfogare e che puó capire questa situazione.
l’ultimo episodio mi è capitato la settimana scorsa, ero in vacanza e in albergo per colazione avevo deciso di prendere qualche sorso dal latte e caffè di mia madre (sapendo comunque che non digerisco molto entrambi, pensavo che qualche sorso non mi avrebbero fatto nulla). purtroppo mi era rimasto tutta la mattina sullo stomaco e verso ora di pranzo ero in camera da sola quando ad un certo punto inizio a sentirmi sempre più pesante e subito mi viene in mente come un fulmine l’idea che potessi vomitare da un momento all’altro, così inizio a farmi mille paranoie del tipo che sarebbe stato brutto vomitare nella stanza di un albergo, che mi sarei rovinata la vacanza, che non potevo assolutamente perchè non ero pronta ad affrontarlo.
ho iniziato a tremare a sudare freddo e a tremare. È passato in 10/15 minuti, per fortuna sono riuscita a calmarmi facendo grandi respiri profondi (fortunatamente sono quelli che mi aiutano di più) e autoconvincendomi che era tutto frutto della mia testa, che stavo bene.
in queste situazioni quando sono sola purtroppo non riesco a chiamare nessuno e mi ripeto che devo riuscire da sola da questa situazione perchè nessuno mi potrebbe capire... so che parlarne farebbe bene sia a me che a chi mi è intorno perchè sarebbe in grado di aiutarmi in qualche modo.
Spero di riuscire un giorno ad aprirmi a pieno
Mando un bacio a tutte.
 
Sei stata bravissima Mariaelena! Hai affrontato il tutto nel modo giusto in quel momento, mantenendo la razionalità al di sopra della paura, respirando e prendendoti cura di te stessa rassicurandoti, sii fiera anche di queste piccole manifestazioni del tuo coraggio!
 
@Olga.98
È la stessa identica cosa che succede a me spesso. Mi capita soprattutto quando mangio in compagnia di altre persone e non ho modo di potermi isolare. In genere, quando mi accade ciò, ho bisogno di stare da solo e rilassarmi, stendendomi a letto e guardando qualche video su YouTube. Nell'80% dei casi, così facendo riesco a calmarmi nel giro di 10/15 minuti. Ma se non ho la possibilità di allontanarmi, ecco che scatta il panico: più cerco di fingere che vada tutto bene, più l'ansia aumenta. È brutto ma in quei momenti vorrei che sparissero tutti. Credo che l'ansia parta già da prima, poiché si inizia a mangiare col pensiero di star male dopo e non poter gestire la situazione. Comprendo perfettamente cosa vuoi dire quando ti scatta quel senso di colpa per aver mangiato più del dovuto. Che poi, spesso si tratta della stessa quantità di cibo che mangiamo normalmente, ma spesso basta un boccone in più ed ecco che scatta l'allarme. Probabilmente ciò è scaturito dal fatto che siamo in presenza di altre persone e non sappiamo come gestire un eventuale malessere. A me succede anche se sto in presenza di chi sa di questa mia fobia. Tendo sempre a non far trasparire quando sto male, forse perché non voglio essere compatto. Io devo stare da solo, solo così riesco a gestirmi. Almeno per il momento è l'unico modo che ho per affrontare questi momenti.
 
più cerco di fingere che vada tutto bene, più l'ansia aumenta.
Non sai quanto ti capisco, io devo immediatamente allontanarmi quando capita, vado in bagno e inizio a ripetere il mantra “é solo ansia, calmati” mentre respito a fondo. Anche a me guardare qualcosa su youtube etc calma un sacco perché mi distraggo subito, il che è la prova che sta tutto nella nostra testa. Forza e coraggio!! Fortunatamente ora gestisco bene la fobia, non mi succede quasi mai e se mi capita tipo di mangiare con amici etc o andare in ristoranti, non pensare prima di sedermi a tavola che sono fobica fa sì che non mi capiti nulla.
 
iù cerco di fingere che vada tutto bene, più l'ansia aumenta.

Ciao Roth, purtroppo più si nasconde la cosa agli occhi degli altri e più si va nel panico, ma so che non è assolutamente facile da ammettere una tale fobia. Pensa che nemmeno ai miei genitori ne ho parlato, lo sa solo il mio compagno perchè forse è l'unico che mi può capire, anche lui ha alcune fobie ed è molto ansioso quindi ci capiamo perfettamente!
Pensa che di attacchi di panico "fatti bene" alla fine ne ho avuto solo uno, se leggi la mia storia infatti lo racconta, avevo 15 anni ed ero dentro al supermercato con mia mamma, sentivo la mia solita "leggera nausea" dovuta quasi sicuramente alla paura, lei mi vedeva che mi toccavo il petto e mi chiese "cosa hai fatto? stai poco bene?" e io dissi "no niente, tutto a posto" e mi venne l'attacco di panico. Andammo subito dal medico e mi mandò da una neuropsichiatra infantile che scoprì che oltre all'ansia ero anche depressa e mi prescrisse delle gocce. E bisogna assolutamente ammettere che è tutto un circolo vizioso perchè la depressione e l'ansia provocano nausea, e a noi la nausea non fa altro che aumentare il panico! E l'unica cosa da fare sarebbe...liberarsi di questo peso parlandone, ma sono la prima a dire che non è facile! Comunque tutt'ora sto prendendo un antidepressivo la mattina e un antiemicranico la sera (che l'emicrania quando mi viene forte mi provoca proprio il vomito, ultimamente sono riuscita a trattenerlo) e questi 2 problemini mi peggiorano con la stagione fredda, dato che purtroppo ci stiamo andando incontro.


Sarebbe bello che tutti noi del forum potessimo un giorno incontrarci fisicamente, per conoscerci e parlarne liberamente senza paura di essere giudicati! Il problema è che siamo tutti sparsi per l'Italia e sarà impossibile incontrarci tutti quanti in un determinato luogo, dal momento che tutti abbiamo i nostri impegni, sia lavorativi che non!!

Un abbraccio

Arianna, detta anche Micetta perchè adoro i gatti :)
 
Credo che l'ansia parta già da prima
Esatto! È sempre così se ci pensi!
Tu non stai mai realmente male, se non mentre si avvicina il momento di fare qualcosa che ti agita.
Sarebbe bello che tutti noi del forum potessimo un giorno incontrarci fisicamente, per conoscerci e parlarne liberamente senza paura di essere giudicati!
In passato, molto passato :D è capitato di fare dei raduni.
la sola cosa che davvero aiuta è liberarsi della vergogna con qualcuno di cui ci fidiamo parlandone!
Quello ti aiuta a sfogarti, a confrontarti, a cercare una ispirazione, ma non a risolvere il problema. O almeno non problemi come i nostri.
Altrimenti dopo i nostri raduni dovevamo essere tutti guariti. Ma non può essere così, ovviamente. :)
 
Quello ti aiuta a sfogarti, a confrontarti, a cercare una ispirazione, ma non a risolvere il problema. O almeno non problemi come i nostri.
Altrimenti dopo i nostri raduni dovevamo essere tutti guariti. Ma non può essere così, ovviamente. :)
Certamente! La sola vera cura é armarsi di volontà e affrontare una terapia, quella che più si adatta a noi :)
 
Davvero? Ma dai che bello :) solo che è impossibile ritrovarci tutti in un punto preciso dell'Italia!!! Io abito in provincia di Ravenna quindi sarà molto difficile ;)
Inevitabilmente qualcuno si è sempre dovuto spostare sì. Diciamo che tu sei anche fortunata, sei vicina al centro e al nord :)
 
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